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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

Ideare una storia in 8 passi

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L'immagine non c'entra niente con il post, ma non ho resistito alla tentazione di metterla. Come sapete, quando scrivo non sono una grande fan di schemi, scalette e programmazione. Tuttavia, ho trovato un articolo sull'argomento che mi ha incuriosita, questo: How To Create A Plot Outline In 8 Easy Steps , in cui l'autore invita a creare una trama a partire da otto elementi chiave, intorno ai quali far ruotare la storia. Anche se la pianificazione a tavolino non mi attira, credo che potrebbe essere di qualche utilità ragionare su questi elementi per realizzare la traccia di un romanzo, usandoli come guida. O anche per verificare se quello che abbiamo già strutturato si possa articolare meglio. Ovviamente vi invito a leggere l'articolo, con gli esempi originali, qui mi limito a tratteggiare gli elementi e a fare qualche banale esempio.

Revisionare un romanzo #10 - Suddivisione in capitoli

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In questa decima chiacchierata sulla revisione vorrei parlare della suddivisione in capitoli e di altre piccole cose. Quasi sicuramente, procedendo con la prima stesura, avete già impostato i capitoli, ma è sempre utile rivedere questa suddivisione una volta che siete arrivati alla parola "fine". Infatti, non è detto che le scelte fatte siano le più efficaci e spesso si deve avere un quadro completo per capire dove è meglio interrompere. Dividere il testo di un romanzo in capitoli ovviamente non è obbligatorio, ma se avete optato per questa soluzione è bene farlo in modo oculato.

La casa editrice dei miei sogni

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Quassù si sta benissimo, volete provare? In attesa che Daniele Imperi si decida a fondare la sua casa editrice ideale , o che una di quelle esistenti segua i suoi consigli , vi racconto quali caratteristiche vorrei trovare io nell'editore dei miei sogni. Lo so cosa volete dirmi, prima ancora che apra bocca: non esiste l'editore ideale, non esiste l'editore perfetto in questo mondo imperfetto. Avete senz'altro ragione. Però, l'idea che si debba scendere a un compromesso con le proprie aspettative (e anche di parecchio) assomiglia un po' a quello che raccontano certe amiche alle ragazze single in cerca del principe azzurro: non farti illusioni, l'uomo ideale non esiste, devi accontentarti o resterai sola a vita. Che tristezza.

Sette paranoie da blogger

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Scrivere un blog è un'attività per lo più piacevole e stimolante. Eppure, non mancano mai i dubbi su quello che si scrive, su quando e come scriverlo, ecc. Anche se siamo bombardati in rete da articoli pieni di consigli su cosa fare o evitare, parole chiave e faccende SEO, alzi la mano chi non ha mai nessuna incertezza o non si fa prendere dalle paranoie. Ecco svelate le mie ansie.

5 cose imperdonabili in un romanzo (secondo me)

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B.C. di  Johnny Hart Visto che mi hanno detto che sono stata proprio cattiva nel post Imparare dai romanzi che non ci sono piaciuti , ho pensato di rincarare la dose con questo elenco di aspetti che non digerisco nei romanzi o nelle storie in generale. Si tratta naturalmente di una visione soggettiva, maturata nel corso del tempo. Solo pochi anni fa ero più indulgente, leggevo di tutto e concedevo più pagine a un romanzo per conquistarmi. Oggi mi faccio pochi problemi ad abbandonare libri appena iniziati o anche a metà, e purtroppo mi faccio anche un po' condizionare da quello che so su regole di scrittura e affini. Lo so, è brutto da dirsi, perché lasciarsi andare nella lettura è fondamentale e se c'è qualcosa che ti infastidisce (anche a livello mentale), il piacere è rovinato definitivamente. Ma ci sono anche romanzi che porto avanti fino all'ultima pagina e che mi deludono proprio alla fine.

Sfruttare i processi inconsci nella scrittura

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Vignetta di  Massimo Cavezzali Sono sempre più convinta che la scrittura sia un processo solo in minima parte consapevole. Mettersi concretamente al computer e generare un testo è il prodotto finale di qualcosa di più complesso che avviene in precedenza e che si svolge soprattutto nella testa e nell'inconscio dell'autore. L'elaborazione dei tasselli che compongono la trama, la creazione delle figure che prendono parte alla storia, l'ideazione della concatenazione degli eventi, sono tutti elementi che passano prima per la mente e solo in seguito finiscono sulla carta. O almeno per me e così: scrivo soprattutto nella mia testa (a volte solo là, ma questo è un altro discorso). In pratica, tutta quella fase che viene prima della scrittura, il  prewriting  (che bello citare termini inglesi, fa tanta scena) per me dura molto di più rispetto al lavoro di stesura e di revisione. Sì, pesino in quest'ultima fase c'è molto rimuginare.

Il premio Italo Calvino: più ombre che luci

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L'intervista che vi presento oggi è un po' particolare. Si tratta della testimonianza di una persona che ha partecipato quest'anno al Premio Italo Calvino , che come forse saprete è un concorso tra i più prestigiosi riservati agli scrittori esordienti. Per ragioni di privacy l'intervistato ha scelto di restare anonimo (qui lo chiamerò Michele), ma ha voluto far conoscere la sua esperienza, che in qualche modo getta un'ombra per niente lusinghiera su questo famoso concorso.

Revisionare un romanzo #9 - Migliorare le scene

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Dopo la (lunga) pausa estiva torno a parlare di revisione, tra l'altro in un periodo in cui sono totalmente immersa nella revisione di un romanzo. Devo dire che proprio lavorando a questo testo, mi sto rendendo conto dell'importanza che ha la revisione delle singole scene , di come ognuna di esse possa essere valorizzata, arricchita, resa più funzionale. E infatti oggi mi ripropongo di fornire qualche spunto per farlo.

Imparare dai romanzi che non ci sono piaciuti

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Trarre insegnamenti dai romanzi belli, quelli che ci appassionano e che sono ben scritti, dovrebbe essere l'obiettivo di chiunque ama scrivere e vuole migliorarsi. Ma anche da quelli brutti si può ricavare moltissimo, secondo me, a patto che si abbia la pazienza di analizzarli e di proseguire anche quando non ci prendono. E a condizione che, a dispetto di una storia non accattivante, siano scritti decentemente. Tra i romanzi letti durante l'estate, ce n'è stato uno che ho trovato di una noia estrema (l'unico per fortuna!). Si tratta di La casa che uccide  di Kate Wilhelm, una storia a metà tra la fantascienza e il giallo. Mi sono trascinata fino alla fine con grande sforzo, non tanto per la curiosità di sapere come finiva (l'interesse è scemato quasi subito), ma perché a un certo punto mi sono intestardita nel tentativo di capire cosa non funzionasse e se fosse possibile trarre qualche insegnamento.