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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Cosa dovrebbe leggere un aspirante scrittore?

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Leggi, leggi, leggi. È il primo consiglio che si dà a chi ha velleità scrittorie. Lo dicevano anche i miei insegnanti a scuola (non che mi facessi pregare per leggere!) e scommetto che anche oggi lo raccomandano per scrivere buoni temi. Il perché di questo suggerimento non è difficile da comprendere. Ma cosa esattamente si dovrebbe leggere? Un testo vale l'altro? Ci sono libri più utili di altri per farci scrivere meglio? Fino a trent'anni circa io leggevo di tutto, poi ho cominciato a diventare molto selettiva. Oggi la media dei libri letti si è abbassata, non solo per mancanza di tempo, ma soprattutto perché scelgo con più attenzione e sono più analitica. Sono diventata, diciamolo, più schizzinosa. Al di là delle mie abitudini di lettura, che non credo siano da prendere a esempio, credo che chiunque punti a migliorare la sua scrittura dovrebbe scegliere con attenzione con quali testi nutrirla. E così ho provato a ipotizzare quali tipi di letture possano far bene alla sc

Google Earth e le descrizioni ambientali

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Uno dei tanti vantaggi di scrivere romanzi ai tempi di Internet è quello di poter usufruire dei servizi di Google Earth . Senza fare un solo passo fuori casa, si possono visitare virtualmente tutte le località che abbiamo scelto come ambientazione delle nostre storie. Un'opportunità non da poco, no? Tuttavia, si tratta di uno strumento da usare con intelligenza, se vogliamo che le descrizioni che ne ricaviamo siano credibili e abbiano il "sapore" giusto.

Ineluttabilità VS Prevedibilità

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Immagine tratta dal film di Hitchcock Notorious Una delle affermazioni che uno scrittore teme di più a proposito del suo romanzo è: “La storia è prevedibile”. Fa paura, vero? Dopo aver tanto amato i personaggi, dopo esserci sforzati di ideare una trama interessante e un intreccio accattivante, l'idea di sentirsi dire che tutto appare scontato suona come un vero e proprio fallimento. La prevedibilità è temuta perché significa che il lettore riesce facilmente a intuire il seguito della storia, indovina facilmente cosa c'è nelle pagine successive, e di conseguenza perde interesse. Più che normale, chissà quante volte è capitato anche a noi, con libri, film e serie tv. Io e mio marito spesso scherziamo sulle trame, quando ci sembrano banali, e giochiamo a indovinare qual è la prossima mossa del protagonista o cosa gli capiterà. Forse il fatto che certe svolte e soluzioni siano così facilmente individuabili dipende dal fatto che davvero qualche volta gli autori si sforzano

12 regole di scrittura di Terry Brooks

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Ultimamente vanno per la maggiore nella blogosfera i consigli di Stephen King tratti da On Writing (ripresi da Maggie Zhang e qui in Italia in primis da  Daniele Imperi ), così ho pensato di rilanciare con altri consigli, meno celebri, ma secondo me altrettanto validi (anzi...). Forse non si presteranno a meme o pagelle, ma qualcosa da dire secondo me ce l'hanno senz'altro anche loro. E poi, mio dio, non ne potevo più di sentir parlare di S.K.! Questi suggerimenti sono estratti da  A volte la magia funziona. Lezioni da una vita di scrittura , un libro a metà tra un'autobiografia e una guida alla scrittura. Si tratta di regole (così le chiama lui stesso) che Brooks afferma di usare quando scrive e che possono tornare utili a tutti. Per ognuna, ho pensato di riportare le parole dell'autore, a volte leggermente rielaborate per generalizzarle rispetto agli esempi.

Rileggersi a distanza di tempo

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B.C. di  Johnny Hart Oggi avevo in mente di riprendere con la serie di post sulla revisione, infatti avevo cominciato a scriverne uno, quando mi sono resa conto che avevo voglia di raccontarvi altro, di natura più personale. Tutto nasce dal fatto che quest'estate, terminato un romanzo, ho pensato di non buttarmi subito a capofitto su un altro progetto di scrittura, ma di riprendere in mano il romanzo finito due anni fa per dargli un'aggiustatina. Ho aperto il file e... sorpresa! Altro che aggiustatina, avevo quasi voglia di riscriverlo interamente. Mi sono messa le mani nei capelli e ho provato un certo sconforto. Non che mi saltassero all'occhio grossi errori o che la storia non filasse, ma lo stile non mi sembrava più il mio.

A tu per tu con me stessa

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Visto che da qualche giorno sono scoccati i cinque anni del blog, ho pensato che era tempo di svecchiare un po' la pagina di presentazione. Ma siccome l'idea di una biografia mi sembrava noiosa, ho pensato di auto-concedermi un'intervista. Insomma, ho fatto due chiacchiere con me stessa. Se vi va di dare un'occhiata, trovate il tutto qui: Su di me .

Il giusto rapporto con i personaggi

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Queste riflessioni prendono spunto da un commento lasciato quest'estate da una ragazza (anonima) su un mio post, che diceva: "Ho paura che un personaggio della storia che sto scrivendo sia troppo simile a me! Che faccio?! ..." Credo che più o meno tutti ci siamo trovati di fronte a questo problema, per lo meno all'inizio dei nostri esperimenti di scrittura. Rientra probabilmente nella normalità il bisogno di veder riflessi noi stessi nei personaggi che creiamo, in modo particolare i protagonisti, o semplicemente usare ciò che sappiamo di noi per dipingere e definire gli attori delle nostre storie. E non a caso quando si comincia, spesso si scrive in prima persona.