Ho letto... “Gli strumenti dello sceneggiatore”


Ho iniziato a leggere questo testo (scritto da David Howard e Edward Mabley ed edito da Dino Audino Editore) soprattutto per curiosità, con l'intento di capire qualcosa di più di come si scrive una sceneggiatura, per poi scoprire fin da subito che si tratta di una guida preziosa anche per chi scrive romanzi.

Di fatto la narrativa ha moltissimo in comune con il cinema, in tutte e due i casi si raccontano storie, pur con le dovute differenze. E questo manuale costituisce un'ottima risorsa proprio per chi vuole comprendere di più delle dinamiche del raccontare (in senso ampio).
La prima parte de Gli strumenti dello sceneggiatore aiuta a comprendere quali sono le meccaniche di base che portano avanti una storia, mentre la seconda analizza dodici film famosi sottolineandone gli elementi.

I principi su cui ci si basa per creare una sceneggiatura sono del tutto equiparabili a quelle della scrittura creativa. Solo per fare qualche esempio:
  • Qualcuno desidera qualcosa urgentemente e sta avendo difficoltà ad ottenerla: quel "qualcuno" è il protagonista.
  • L'antagonista della storia è la forza che si oppone, la "difficoltà" che resiste attivamente
    agli sforzi del protagonista di raggiungere il suo scopo. Queste due forze opposte formano il conflitto o i conflitti della storia.
  • Lo strategia che rende partecipe il pubblico alla storia è l'incertezza sullo svolgersi degli eventi.
Inoltre vengono descritti alcuni strumenti che possono risultare utilizzabili anche in un romanzo, come la "semina e la raccolta" (introdurre elementi che poi useremo in seguito) o i principi per creare un buon dialogo.

C'è da dire che questa guida è molto scorrevole nella lettura e i riferimenti concreti a film noti rendono la comprensione dei meccanismi molto immediata e mai noiosa, così come si potrebbe pensare dal momento che si ha a che fare con delle “regole”.

Ho trovato molto interessante anche la seconda parte, quella in cui si analizzano alcuni film, anche se in un primo tempo avevo pensato di saltarla. Invece anche questa si rivelata una lettura interessante, soprattutto perché mette a fuoco da un punto di vista molto concreto quali sono gli elementi di forza di alcune trame.
Personalmente è già da un po' di tempo che guardo film e serie tv con occhi un po' diversi, mi capita di prestare più attenzione alla struttura della storia e sempre più spesso intuisco gli intenti con cui vengono mostrati alcuni aspetti. E questo libro mi ha aiutato ancora di più a decodificare trame, personaggi e ciò su cui porre l'accento per catturare l'attenzione e mandare determinati messaggi.

Gli strumenti dello sceneggiatore non dà indicazioni sui formati, le convenzioni, il layout, ecc. di una sceneggiatura e di certo non è sufficiente la lettura di questo testo per diventare dei professionisti in questo campo. E' soprattutto un testo teorico, quindi non ci si può aspettare di poter scrivere sceneggiature dopo averlo letto. Tuttavia, è senz'altro molto utile sia per chi vuole comprendere meglio il cinema che per chi vuole scrivere romanzi.

Commenti

  1. Lo studio delle sceneggiature è interessantissimo anche per chi fa narrativa.
    E un augurio di buona Pasqua a Anima e a tutti i frequentatori del blog.

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  2. Ciao Anima, io sapevo che il libro Story del McKee è la Bibbia per gli sceneggiatori americani: volevo comprarlo ma quando mi sono decisa l'edizione italiana era esaurita, o tolta, non ricordo più. Attualmente c'è solo l'edizione inglese. Per cui sono sempre a caccia di buoni libri sulla sceneggiatura: è vero che danno buoni spunti anche per noi scrittori. Mi aveva colpito il fatto che ci fossero tre tipi di sceneggiature (sempre leggendo in giro): quella italiana, quella francese e quella americana: usano la pagina scritta del copione in modo diverso. Insomma, è un mondo davvero interessante. Grazie per questo nuovo approfondimento! Un abbraccio!

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