Le 7 mie migliori scuse per non scrivere

Ho letto che esiste un'applicazione per scrittori pigri e distratti. Si chiama Write or die e potete saperne di più in questo articolo, dove scoprirete anche qual è la terribile punizione che tocca a chi si fa distrarre...
Ne potrei aver bisogno? No, non arrivo a un tale livello di follia e masochismo, però mi sono interrogata su quali sono le scuse migliori che adotto per non scrivere, forse per pigrizia o per distrazione, chissà...
Eccole qui.


1) Non sono ispirata

Chi non conosce quella magica sensazione che ti fa volare sulla tastiera, che ti tiene occupata la mente, che ti assorbe completamente? Momenti che non sono mai destinati a durare perché l'ispirazione va e viene, lo sappiamo bene. Se aspettiamo la visita della Musa per scrivere, dubito che finiremo mai un libro. Eppure, quanto spesso mi dico "non scrivo perché non sono ispirata"o la sua variante "non sono in vena"... Forse perché sono troppo affezionata a quei momenti magici, a quell'intensità. Eppure, di fatto la scrittura non è fatta solo di ispirazione, ma anche di duro lavoro. Qualche volta bisogna forzarsi, anche se non si è "in vena".
Basta con questa scusa e datti da fare!

2) Non ho tempo

Ritagliarsi un angolo per scrivere è la sfida di tutti. Gli impegni quotidiani incombono, che si tratti di lavoro, faccende di casa, amici, vita sociale o altro. La verità è che il tempo non c'è o è pochissimo. Quindi è fin troppo facile crearsi delle giustificazioni con se stessi dicendo: non posso scrivere ora perché ho mille altre cose da fare.
Forse non è una vera e propria scusa, in quanto è proprio vero che non ho molto tempo da dedicare a ciò che mi piace davvero e tutti i giorni devo combattere per trovare un po' di tempo in cui mandare tutto al diavolo e impormi di scrivere. E forse oltre a un momento tutto per sé serve a volte anche un angolo in senso spaziale, un posto particolare che ci aiuti a conservare la concentrazione. Per esempio un computer senza accesso a internet...

3) Che scrivo a fare? 

Considerato il mondo editoriale, è meglio lasciar perdere: questo mi dico, a volte. La demotivazione è una scusa a portata di mano e anche ben fondata. Eppure, si scrive per ben altre ragioni che non la pubblicazione o la fama, non è così? Allora, in momenti di debolezza, in cui la voglia di scrivere si scontra con una realtà scoraggiante, è bene che io mi ricordi del vero motivo, la ragione completamente interiore, per cui ho bisogno di mettere nero su bianco storie e pensieri.
Se non c'è questo forte imperativo a farlo, se non c'è vera passione, vero divertimento e vero piacere, allora la scusa "che scrivo a fare?" avrà di certo la meglio su di noi. E forse è giusto così.

4) Forse ciò che sto scrivendo non vale nulla

Di solito le crisi di autostima arrivano verso la fine del romanzo, perché all'inizio sono sempre spinta da una grande ondata creativa che mi impedisce di fermarmi a riflettere sulla qualità di ciò che sto scrivendo. Poi però vengono i tanti dubbi e con essi arriva anche la scusa che è inutile proseguire perché forse dopotutto non ne vale la pena di investire tempo ed energie in questo progetto. Non è facile uscire da questo piccolo impasse. Anche perché in questa fase (cioè quando ancora non ho finito il libro) non faccio leggere quello che ho scritto a nessuno. E' una regola che mi sono data tempo fa, perché trovo che non ha senso far leggere qualcosa di non definitivo. E quindi non resta che farsi da soli un'iniezione di autostima e andare avanti!

5) Lo faccio domani. Che fretta c'è?

Considerato che si tratta di un hobby, non c'è nessuna scadenza, nessuno che ci pungola o prema per farci scrivere. La maggior parte di noi non guadagna abbastanza per poter vivere della sua scrittura, dunque non si può considerare un lavoro.
La conseguenza di ciò è che spesso rimando quest'attività a un altro giorno, a un momento in cui magari l'urgenza di farlo sarà forte e diventerà impossibile tergiversare.
Il problema è che così si perde l'occasione preziosa, il momento giusto, e magari anche l'ispirazione. Poi per una curiosa legge, più si ha tempo libero, meno si ha voglia di scrivere...

6) Ho altro per la testa, ora

Ultimamente ho parecchi pensieri che ronzano nella mente, questioni su cui prendere decisioni importanti, preoccupazioni varie. E' un dato di fatto, non una scusa. Però è giusto sacrificare per questo qualcosa che mi piace, mi rilassa, mi appaga? Probabilmente no. Mio marito mi sprona spesso a non lasciarmi condizionare da queste "altre questioni" e dedicarmi, invece, non appena posso a scrivere. Credo proprio che abbia ragione, anche se purtroppo non è facile lasciarsi alle spalle le preoccupazioni e i pensieri.
Cose più importanti a cui pensare ce ne saranno sempre: la sfida, per quanto mi riguarda, è imparare a chiuderle fuori dal mio angolo di scrittura.

7) Ho il blocco dello scrittore

Di questo argomento ho parlato davvero tanto su questo blog e molto trovate anche sul web, come se fosse una specie di malattia da cui guarire e possibilmente proteggersi. Ma quante volte è solo una scusa per non sforzarsi un po'? Magari siamo solo arrivati a un punto del libro "difficile" e dobbiamo impegnarci di più per portare avanti la storia. Mi accorgo che a volte è proprio così. Non sempre la storia scorre liscia, ho bisogno di fermarmi a riflettere e mettermi d'impegno a tirare fuori il seguito. Quando poi faccio uno sforzo di volontà, mi rendo conto che non avevo proprio nessun blocco.

E voi vi ritrovate in queste scuse? Ne create di diverse o non mettete mai barriere tra voi e la vostra scrittura?

Commenti

  1. qualsiasi scusa, soprattutto quelle del Non ho tempo, cambia completamente aspetto se modificata in "preferisco fare altro", e spesso è cosi. Personalmente non sono persona da scuse,
    scrivo molto, perchè è come respirare, e prendo i momenti di "non scrittura" per quello che sono, vanno e vengono e non mi colpevolizzo. Guardando a ritroso posso affermare di aver scritto e terminato il mio secondo romanzo in uno dei periodi più incasinati e bui della mia vita perchè sono davvero riuscita a mettere una barriere tra gli eventi esterni e la scrittura. E ne vado assai fiera!
    Grazie anima per questi tuoi post più frequenti.

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    1. Forse hai ragione, prendere i momenti di "non scrittura" senza troppi sensi di colpa è una buona cosa, dovrei imparare a farlo...

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  2. Mi ritrovo soprattutto nei primi quattro punti.
    Invece, per quanto riguarda il preferisco fare altro, sono d'accordo con Sandra.
    La scrittura mi aiuta ad affrontare i periodi neri, e più lo sono, più scrivo cose positive o ironiche per risollevarmi il morale.
    In questo periodo, sono nella fase: che scrivo a fare.
    A volte mi sento proprio sfiduciata.
    I tuoi post sono sempre interessanti.
    Li leggo anche quando non commento.

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    1. Grazie Ata. La sfiducia forse è lo scoglio più grande da superare, conosco persone che amano molto scrivere e che si sono fatte condizionare da questa demotivazione molto a lungo. Però quando si supera ti rendi conto di cosa significa davvero per te la scrittura... si diventa più consapevoli.

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  3. Mi riconosco in molte di queste "scuse".
    Ora che sono esodata ed avrei tempo per la scrittura (mio grande amore, con la lettura), trovo un mucchio di altre cose da fare e non scrivo.
    Secondo me ho una paura folle di fallire, di credere di saper scrivere e poi lo scoprire che non è vero sarebbe una enorme sconfitta. E' come se cercassi di ingannare me stessa.
    La scrittura rimane un sogno nel cassetto, ma ho paura di aprirlo e di trovare solo foglie secche!!!

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    1. Credo proprio che nella tua situazione farei lo stesso. Magari è una fase che devi vivere e prima o poi troverai la forza di aprire quel cassetto! hai già provato a far leggere a qualcuno quello che scrivi?

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  4. Grazie Anima di carta per questo post, sembra proprio scritto per me! Io ne vorrei aggiungere un altro, ma questo è personale: "Fai troppi errori di grammatica"
    Io amo tantissimo scrivere , ho tantissima fantasia, ma faccio tantissimi errori soprattutto grammaticali, e quando, persone competenti, leggono quello che scrivo e mi dicono:"Come pretendi di fare la scrittrice con questi gravissimi errori?" Il mondo mi crolla adosso , perchè so che è la verità. In questo periodo ho letto tantissimi libri di grammatica ma gli errori li faccio sempre. però amo tantissimo scrivere non posso farci nulla. Allora quando in me entra questo periodo mi convinco che è meglio lasciar perdere...
    P.S. Sto facendo il copia e incolla del tuo post, voglio conservarlo nel mio. Inserisco il tuo link, se non sei d'accordo dimmelo lo tolgo subito. Grazie

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    1. Figurati, anzi grazie per il link e per la fiducia! Il problema degli errori grammaticali non è insuperabile... Vedrai che a furia di leggere libri di grammatica non ne farai più! Anche su internet si troverà di certo materiale utile.

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  5. sono tra la terza e la quarta.
    una procrastinatrice col misfatto dell'autolagnamento insito.

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    1. L'arte del procrastinare la conosco molto bene anche io :) E anche quella dell'autolagnamento! Avremmo bisogno di uno "spingitore" costante :)

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  6. La 5 e la 6, soprattutto in questo periodo. Quando sono in vena di essere onesta, ammetto che "non mi va" oppure "oggi non me ne frega proprio niente di scrivere". Sono di nuovo in quella fase in cui la scrittura non è più così importante. L'ultima è durata qualcosa come dieci mesi...

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    1. Alti e bassi ci sono sempre, l'importante è essere onesti con se stessi, come dici tu. Dieci mesi sono tanti... speriamo che non ricapiti!

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  7. Primo ed ultimo. Come fossero palindromi! Un sali-scendi-sali di scuse!
    Credo sia una questione estremamente soggettiva che nasce semplicemente dal modo con cui ci rapportiamo con il nostro "Io-Scrittore". Almeno per me è così. Io ne sono in forte contrasto e spesso "le" do delle scuse che solamente "lei" potrebbe addurre... come appunto il blocco dello scrittore o la mancanza di ispirazione!

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    1. Non ci avevo pensato a questa cosa dell'io-scrittore, ma credo tu abbia proprio ragione. In effetti quando mi dico "non sono ispirata", mi sento molto giustificata a non scrivere...

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  8. Bel post, Anima... hai evidenziato molti aspetti.
    Di questi... diciamo, molto dipende dal ruolo che la scrittura ha nella propria vita e non intendo solo in senso morale.
    Se una persona fa un lavoro attinente al mondo dello scrivere, vuoi come giornalista, blogger o scrittore di narrativa o di saggistica, accanto all'ispirazione deve assolutamente aggiungere la disciplina e la regolarità.
    Se uno scrive per passatempo e per se stesso (al di là che possa poi trovare chi lo pubblica) è altra cosa.
    Personalmente, se devo scrivere post o articoli non ci sono scuse che tengano... mi ci metto, mi documento e lo scrivo.
    Se invece voglio scrivere un romanzo... beh, qui il processo si complica. Non vedo positivamente quei metodi che insegnano a scrivere un romanzo in 10 giorni o in un mese, programmando a tavolino la storia e varie fasi di scrittura. La narrativa è fondamentalmente inventiva e non è che si inventi a comando se vuoi scrivere qualcosa di spessore. I tempi di elaborazione interiore possono essere lunghi, così come i momenti di "blocco" e la revisione. Inventare una storia richiede un'immersione totale nella storia, quindi se si ha "altro per la testa" non ce n'è, hai altro per la testa e non sei nel testo.
    Il dubbio che ciò che "sto scrivendo non vale nulla" viene, altro che... è un bell'esercizio di autostima, una volta superato il dubbio.
    In quanto alla finalità "che scrivo a fare"... eh, come dici tu, occorre sempre tenere a mente la "ragione interiore".

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    1. Non credo neanche io a chi pretende di insegnarti a scrivere in 10 giorni o anche 100. Penso che il processo di creazione di un romanzo deve seguire il suo ritmo, quale che sia. Come ho già detto una volta, io sono molto lenta a scrivere, ma di questo non mi faccio un problema. Elaborare è fondamentale...

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  9. Il mio problema è la mancanza di tempo. A volte vorrei conoscere più "mamme" con prole in età scolare per sapere come fanno loro a scrivere, che regole di auto-disciplina adottano... perché io la scrittura devo impormela, devo legarmi alla sedia come Alfieri (era lui, giusto?)
    Quando scrivevo per GVE impiegavo due, tre giorni per scrivere un racconto accettato dalla redazione: lì si trattava di scrivere secondo certi standard, una volta assimilati il gioco era fatto.
    Ma se scrivo i "miei" romanzi è tutta un'altra cosa: le scene devo "vederle", quindi mi prendo tutto il tempo che serve. Di solito prima prendo appunti sulle varie scene e sulla struttura che voglio dare al romanzo, poi passo a scrivere i paragrafi al computer. E procedo così per tutto il libro.
    Produco poco, in media 500 parole al giorno (che corrispondono a 2 fogli A4 dai miei conti), ho imparato a non fare confronti perché non serve a nulla... ognuno di noi è un mondo a se.

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    1. Se la mancanza di tempo è un problema reale, c'è poco da fare, se non importi di riservarti quel tot di tempo al giorno, costi quel che costi!
      Io non ho mai misurato la quantità di quello che scrivo... meglio non farlo, dai!

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    2. Una volta sentii dire da una scrittrice famosa che aveva due/tre figlie, che lei al mattino si chiudeva nello studio e usciva a sera e guai a chi la disturbava.
      Le figlie si arrangiavano (forse c'era la nonna o la governante) e le era proibito disturbare la mamma.

      Credo che alla fine una debba fare delle scelte, drastiche.
      Ma so che non avendo figli non faccio testo. :-)

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  10. Io mi sento in colpa quando scrivo.
    Non mi aiuta a "portare a casa la pagnotta" e quindi perché non stirare, pulire i pavimenti o occuparmi della mia professione ufficiale?

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    1. "Io mi sento in colpa quando scrivo. Non mi aiuta a "portare a casa la pagnotta".
      Questo è allucinante.... e tremendamente vero.

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    2. Ma ti senti in colpa perché quando scrivi rubi tempi al lavoro? Se non è così, non c'è motivo di sentirsi in colpa. Chiaramente il tempo per scrivere va sottratto sempre a qualcosa... è una questione di priorità.

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    3. Più che altro il tempo lo rubo alla cura della casa. Alzo gli occhi dal computer e c'è il vetro polveroso che mi guarda storto. Per non parlare dei pantaloni da stirare...

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    4. Tenar, pensa a quando guadagnerai abbastanza con i diritti d'autore da poter prendere una donna delle pulizie...
      E poi dai... se dovessi invitarci a casa tua mica stiamo lì a guardare se c'è la polvere sui vetri o se indossi pantaloni da stirare... non siamo così formali :-)
      Scherzo dai, ti capisco bene.

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  11. "Non ho tempo"... sì, questa è la mia. Anche se quasi sempre non è una scusa ma una realtà. Non sempre si può fare ciò che si ama, a volte bisogna fare quello che si deve. Anzi, quasi sempre. Ultimamente poi anche qualche preoccupazione in più si è messa di mezzo...

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