L'agente è come un vecchio zio

L'autrice di questo guest post  è Sandra Faé, che ringrazio per aver esposto qui alcune informazioni su come lavorano gli agenti letterari. 
Nel riquadro finale, invece, potete scoprire di più su Sandra.

Ormai pare noto: i grossi editori si rivolgono unicamente agli agenti, per avere un manoscritto. Incuranti delle pile di testi che affollano i loro magazzini (o il pc) preferiscono affidarsi a chi ha già fatto una scrematura, certi che questo filtro permetterà perlomeno di risparmiare tempo.
Fantastico, allora a un autore non resta che affidare il proprio "capolavoro" a un buon agente, che di sicuro lo traghetterà verso il successo.

Ma chi è l'agente? E come lavora?
Se pensate all'agente, scavate tra le vostre conoscenze, e troverete di sicuro qualcuno che di professione è agente di commercio/rappresentante, di lampadine, di calzini, di irrigatori da giardino, non importa, perchè l'agente letterario lavora alla stessa maniera: proponendo il vostro prodotto, e guadagnando in provvigioni.
Io ad esempio avevo uno zio che lavorava alla Ferrero, e vendeva dolciumi.
Un vero agente non chiede soldi in anticipo: parte dei futuri diritti d'autore andranno all'agente, proprio come un procuratore sportivo, che vi ha trovato un ingaggio. Ne consegue che se non vende il romanzo, l'agente morirà di fame! E, al contrario, se riuscirà a piazzarlo anche all'estero, vendendolo al Salone di Francoforte, i suoi introiti aumenteranno, se poi sarà talmente abile da venderne addirittura i diritti cinematografici, allora autore e agente diventaranno ricchi!
Naturalmente fuori dalla porta di ogni autore non c'è la fila di agenti pronti a rappresentarlo. Purtroppo no.
Le più grandi agenzie non accettano esordienti.
Le più grandi agenzie chiedono grosse cifre solo per valutare il testo.
Alcune agenzie la scorsa estate scrivevano nel proprio sito di non accettare più testi fino a settembre, a settembre hanno posticipato a gennaio, a gennaio chissà!?
Per non dire che famelici agenti, più simili al Gatto e la Volpe che a veri professionisti, affollano il web e stanarli non è facile.
Per questo può intervenire una figura intermedia, quella dell'editor (di cui si è già parlato in questo blog) che, aggiungendo purtroppo un altro anello ad una filiera già tristemente lunga (autore e lettore sembrano non incontrarsi mai!) può leggere il testo, a pagamento ve lo dico, ma le cifre possono variare di molto e occorre stare con gli occhi ben aperti, offrire un servizio di revisione accurata e avere nel team diversi agenti che ricevono il manoscritto, pronto e ben confezionato, per essere proposto agli editori.
Insomma l'editor legge e corregge, l'agente vende. Sono due mestieri diversi, ma purtroppo per arrivare all'agente spesso occorre avere un editor al proprio fianco. A meno di avere ben altre conoscenze, ma, in questo caso, penso che neppure l'agente sia necessario, perchè l'editore, probabilmente, ci avrà già preso in considerazione.

Sandra Faé

L'AUTORE DI QUESTO GUEST POSTQuesto articolo è stato scritto da Sandra Faè, scrittrice e autrice di "Frollini a colazione", blog chiuso di recente ma ancora visibile qui, che prende il nome dal suo romanzo "Frollini a colazione (ma io volevo la brioche...)”.
Sandra è nata e vive a Milano dove si occupa di adempimenti fiscali. Scrive da sempre e ha frequentato numerosi corsi di scrittura creativa. Il marito Emanuele, per 3/4 greco, è il suo primo fan e l'aiuta a districarsi nei deliri informatici quando scrive. Nel poco tempo libero che le rimane ama gli hobby creativi, fare gite, leggere, andare al cinema e a teatro. Non sopporta il calcio, la liquirizia, e i librucoli. Ha una splendida casa ordinata piena di libri e colori, e un divano sfondato dove si svacca troppo raramente cercando di riacquistare sembianze umane. Sogna di avere un parrucchiere personale, un cuoco e un autista a disposizione 24 su 24!
Per sapere di più su di lei potete anche leggere questa intervista di Anima di carta.

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Commenti

  1. Mi viene in mente la canzone di Venditti...
    in questo mondo di ladri... in questo mondo di eroi...

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  2. @ Lady Flo non credo siano tutti ladri, ma come in tutte le categorie occorre saper scegliere e avere un po' di fortuna
    @ Anima grazie ancora per lo spazio che mi hai messo a disposizione
    @ Tutti grazie se vorrete lasciare un commento

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  3. Ho l'impressione che l'agente letterario potrebbe essere un ottimo alleato di uno scrittore (esordiente o meno), in quanto mediatore tra lui e l'editore. In teoria potrebbe tutelare gli interessi dell'autore e sostenerlo, oltre che aiutarlo a cercare l'editore ideale, proprio perché lui stesso ha interesse in questo (lavorando a provvigioni). Eppure la realtà dei fatti sembra smentire tutto ciò...

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  4. @ Anima di sicuro è così per chi riesce a farsi rappresentare da un valido agente. Conosco bene la strada percorsa in tal senso da un'amica,
    potete curiosare in qualsiasi motore di ricerca cercando BORGO PROPIZIO
    o LOREDANA LIMONE se ancora non avete letto questo bellissimo romanzo, che senza l'agente del caso sarebbe ancora nel cassetto.

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  5. Non mi sono mai rivolta a un agente letterario, ma ci sto pensando seriamente per il romanzo a cui sto lavorando. Sto iniziando ad informarmi, gente dell'ambiente mi dice che gli agenti seri in Italia sono pochissimi e che tuttavia se fiutano un esordiente di talento sono ben felici di promuoverlo. Come per le case editrici, il problema è che i tempi di lettura sono biblici e accettano di rappresentare un esordiente ogni morte di papa, essendo per loro un rischio.
    Per ora sono solo notizie di seconda mano, se e quando ne saprò di più ve lo farò sapere

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    1. Sì, infatti... tempi biblici di lettura ed esordiente come un rischio... la stessa cosa che dicono le case editrici.
      Quindi, questo passaggio in più per cosa? Chi ci guadagna non è di certo lo scrittore/trice).

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    2. Teoricamente si guadagna l'accesso a case editrici che non accettano manoscritti.
      E d'altro canto, se davvero guadagnano sui diritti d'autore, l'esordiente è oggettivamente un rischio.
      Di sicuro io non pagherò per avere un agente (ammesso che decida di percorrere questa strada)

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    3. Tenar, ho visitato i tuoi blog e ho visto le cose che fai. Tu non sei una perfetta sconosciuta, anzi. E forse, è su questo che dovremmo puntare, noi esordienti... dico forse... cioè ad una notorietà step by step, piuttosto che alla vincita milionaria di chi compra un solo biglietto della lotteria.
      Per chi ha la possibilità, e un tessuto sociale-relazionale abbastanza ampio, credo che la penetrazione lenta valga più di altro. Magari non si arriverà al primo post della classifica dei best-seller, ma magari si riesce anche a fare della scrittura un lavoro retribuito (o almeno una integrazione ad altra attività), oltre che a una soddisfazione personale.

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    4. Io mi sento un'aspirante scrittrice come tutte noi che ci confrontiamo qui.
      In linea di massima credo che sia giusto essere graduali, prima provare a farsi conoscere con racconti e collaborazioni e poi provare a bussare con un romanzo in mano. Del resto una casa editrice deve guadagnarci per vivere e un po' di diffidenza la capisco, sono io che mi propongo come autore che devo dimostrare il mio talento.
      La via dell'agente letterario mi sembra una di quelle da provare, sapendo che quelli seri sono pochi e oberati. Se hanno avuto già la possibilità di leggerti altrove forse ti presteranno più attenzione, se sei uno sconosciuto totale allora forse devi davvero essere sbalorditivo e spiccare in mezzo a mille altri, forse al loro posto anch'io farei così...
      Scusate se mi sono dilungata.
      Comunque, ammesso che sia vero che non sono una perfetta sconosciuta, è solo perché i miei scritti sono stati notati da chi non mi conosceva. Dunque mai perdersi d'animo. La strada è lunga, ma può essere percorsa.

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  6. Grazie per il tuo commento, ma la mia non è proprio mancanza di ispirazione, la mia è proprio noia( in questo periodo)

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  7. Quoto TENAR. Ho pubblicato almeno 10 racconti in altrettante antologie,
    ho pubblicato un romanzo (pagandomi l'editing ma non me ne vergogno!) con una tiratura di 1000 copie, che è dopo 2 anni e mezzo al 6 posto nella classifica dei libri + venduti dall'editore su oltre 200 titoli e sempre in salita. Ho fatto 6 reading, 2 organizzati dall'editore e 4 da me, anche fuori regione, con un grandissimo ritorno, articoli sui giornali (il secolo XIX, DONNA MODERNA, non l'eco del mio quartiere. Credo di aver fatto la gavetta, adesso mi aspetto di +, per cui anch'io ho puntato a una notorietà step by step e ho cominciato 15 anni fa. Ho commesso degli errori in passato, ma sono in grado di riconoscerli, come inviare il mio secondo romanzo ad alcune case editrici prima di una seconda revisione che sarebbe stata necessaria. La mia editor A, di cui ho parlato nel mio post precedente ha una rubrica di libri su una radio nazionale e ciò che pensa di me mi lusinga molto. Il confronto con gli altri che sia un corso di scrittura, un concorso, un'agenzia è importante, e io li ho provati tutti...

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  8. Agente è di sicuro una parola più da bigliettino da visita e positivamente interpretabile che non INTERMEDIARIO...
    Ma alla fine è un intermediario.
    Non sono uno scrittore, quindi non conosco Quel Mondo, anche se ho talento tatuato nelle parole e passione che crea un aura visibile ad occhio nudo, diciamo che sono una possibile minaccia :-) , pero' credo fortemente, e qui sono pronto alla lapidazione, che un agente non sia cosi strettamente necessario, o meglio un agente diventa necessario quando lo scrittore è mediocre...o di difficile "posizionamento commerciale"....

    Uno scrittore ha bisogno di due cose sole...e il giorno in cui scopriro' quali sono, pubblichero' il mio primo romanzo.

    Ecco dai sono pronto...colpitemi forte!! :-)

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  9. @ Gio ognuno è libero di pensarla come vuole, ma siccome è assodato che i grandi editori accettano solo manoscritti proposti da agenti, diventa indispensabile averlo se si vuole accedere a quegli editori. In quanto alla mediocrità degli scrittori pubblicati grazie agli agenti, torno a dire di aver letto libri bellissimi pubblicati grazie all'agente di turno. Queste sono solo opinioni, le mie, le tue, quelle degli altri che hanno commentato.
    Io pensavo di offrire la mia esperienza, parlando di qualcosa che conosco, ma noto che ci sono ancora molti pregiudizi, e una sorta di chiacchiericcio senza fondamento, per cui il proseguimento di questa vicenda la racconterò a chi sarà davvero interessato. Ringrazio ancora Anima per lo spazio e la dedizione.

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    1. Cara Sandra, immagino e lo spero per te, che tu sia presa da un sacco di lavoro, per licenziare cosi le persone al primo commento non positivo, non è detto che non mi interessi, non è detto che conoscendo meglio il tuo mondo io non possa cambiare idea, o ammorbidire la mia opinione per quanto estrema e cruda..

      Ad ogni modo spero di poter rileggere di nuovo cio' che avrai da dire, ma se preferisci fare "lezione" solo a chi sta ai primi banchi e prenderà appunti senza far commenti bè , ne hai tutto il diritto :-)

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    2. Guarda, Gio, nel mondo anglosassone quella dell'agente è una figura imprescindibile. In Italia la situazione è un po' più sfumata, ma ce ne sono di bravissimi. Per quello che ne so, comunque, la quasi totalità degli autori di livello ha un agente di fiducia, premi nobel compresi.

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  10. @ Gio non è questione di commento non positivo, un commento non positivo sarebbe: "non mi interessa affidare il mio lavoro a un intermediario che guadagni sul mio lavoro" o altri dubbi legittimi su questa figura che forse appare un po' fumosa, ma dire "non conosco quel mondo ma ho talento" è un attimino presuntuoso, e abbastanza offensivo dire a chi (la sottoscritta) si sta rivolgendo a diverse agenzie "l'agente è necessario se lo scrittore è mediocre".
    @ Tenar ecco vedo che hai capito

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  11. Insomma, qualunque strada imbocchi per farti pubblicare è in salita!

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    1. Sì, direi di sì. E' + facile scrivere un libro, che farselo pubblicare : )

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  12. Blog davvero molto utile ed interessante, mi piace molto! Buona domenica. eleonora
    http://eilbasilico.blogspot.it/

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  13. Ma, che voi sappiate, c'è in giro qualcuno che dice: io ho pubblicato con X grazie al mio agente Y?
    Dove si possono trovare questi agenti che scovano manoscritti per le grandi case editrici?
    Come mai non si vede mai una loro pubblicità su qualche testata giornalistica o altro?
    Se qualcuno/a riesce a illuminarmi su questi personaggi "nascosti" gli/le sarei grata.

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  14. L'ho già scritto nel mio quarto commento qua sopra.
    LOREDANA LIMONE con GUANDA agente
    BARBARA FIORIO con MONDADORI (sta per uscire) stessa agente
    PAOLA SORIGA con EINAUDI altro agente.
    Ho conosciuto di persona la prima e la terza. Mi sembra di dover difendere un assassino, a me non viene in tasca nulla a portarvi queste esperienze, NON sono voci di corridoio ma storie che conosco. Lo dicono, lo dicono chiaramente, per esempio al salone di torino. Occorre anche mettere il naso fuori di casa, agire a 360 gradi. Dove si possono trovare?
    Non sono nascosti, al salone ripeto ci sono.

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  15. Ah okay....
    Barbara Fiorio (autrice) - Silvia Meucci (Agente): http://www.meucciagency.com/authors.php?id=511

    Loredana Limone (autrice) - Silvia Meucci (agente):
    http://www.meucciagency.com/authors.php?id=6

    Per Paola Soriga non ho trovato in internet indicazioni dell'agente (ma magari mi è sfuggito), però ho trovato un articolo su "Critica Letteraria", piuttosto critico: http://www.criticaletteraria.org/2012/05/dove-finisce-roma-di-paola-soriga.html
    ma è anche vero che tra critiche negative ci sono anche quelle positive. Non è questo il punto.
    Però scopro che è sorella di Flavio Soriga, il quale è "Vincitore nel 2000 del Premio Italo Calvino per inediti con la raccolta di racconti Diavoli di Nuraiò (Il Maestrale), nel 2002 ha pubblicato per Garzanti il romanzo Neropioggia (Premio Grazia Deledda Giovani 2003). Nel 2003, Soriga ha rappresentato l'Italia al progetto Scritture Giovani del Festivaletteratura di Mantova". (http://it.wikipedia.org/wiki/Flavio_Soriga)
    Quindi, la Soriga è di famiglia "d'arte", diciamo così.

    Comunque Sandra, io il naso fuori casa lo metto poco per vari motivi e non sono molto portata per le PR, in generale. Se questo mi discrimina pazienza. Alla fine una accetta il proprio destino :-)

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  16. Paola Soriga è sorella d'arte, aveva sto testo l'ha mandato all'agente, e chiaramente è stata avvantaggiata perchè perlomeno aveva già un buon nome, l'agente l'ha tenuta sulla corda a lungo e poi ha deciso di rappresentarla.
    Il problema non è essere discriminati (non da me soprattutto) ma ho notato un certo sospetto, ora cercare un editore è un lavoro, un vero lavoro, gli avvoltoi ci sono, i disonesti pure, l'ho detto anche nel post, li ho chiamati Gatto e Volpe, per cui non vedo l'agente come una figura idilliaca senza macchia. Tutt'altro. Ma volevo parlare di una opzione, tra le tante, si è parlato a lungo di self publishing, ad esempio. Ma a meno che uno abbia un libro davvero della Madonna tra le mani, altrimenti credo vadano vagliate tutte le possibilità per farsi notare, per uscire dal mucchio. L'ho detto mille volte: troppa gente scrive. Io uso indiscriminatamente internet, ma anche le mie gambe, chiedo, vado, verifico. Ho preso le mie cantonate ma non mi stanco di cercare e, col tempo ho imparato ad essere più attenta. Magari quando il tuo romanzo sarà pronto, lo manderai ad un editore che te lo pubblicherà al volo, succede, altrochè se succede, io te lo auguro : )

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    1. "L'ho detto mille volte: troppa gente scrive."
      Parole sante!
      Mi occupo di correzione bozze ed editing presso una media CE free ligure.
      Gentile signora "Sandra c'era una volta Ilaria" non si può scrivere "perchè" o "quì" o "+" al posto di "più", come fa lei, anche se si tratta di un blog.
      Quando mi capitano testi del genere, al terzo errore non vado più avanti: non può essere considerata una svista. Il racconto/romanzo lo butto direttamente nella spazzatura.
      Meglio approfondire la grammatica italiana e leggere di più.
      Cordiali saluti, F.G. Torriani

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  17. Cara Sandra, perché ti accalori tanto?
    Che ognuna sia libera di fare tutti i tentativi possibili va benissimo.
    La mia perplessità sugli agenti è quella che ho detto in un commento precedente... e cioè che è un passaggio in più che ha gli stessi scogli (troppi manoscritti, esordienti come rischio) di una casa editrice.
    Mi chiedo perché questi professionisti (agenti) non lavorino in casa editrice... cosicché alla fine nel guadagno totale non si debba sottarre anche la loro percentuale (anziché essere persona stipendiate dalla casa editrice).
    Insomma, in questa struttura io ci vedo solo una convenienza economica per editori e agenti. Non so se riesco a spiegare ciò che intendo.

    Non sto dicendo che è stupido o incapace chi si rivolge a un agente, sto dicendo che agenti ed editori sono dei gran furboni. Tutto qui.

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  18. è il mio carattere accalorarmi per le cose in cui credo, credo negli agenti validi, ma soprattutto credo nella condivisione, sono sanguigna e difendo le mie teorie. E questo confronto mi è piaciuto molto, davvero.
    Ci leggeremo al prossimo post, direi che ho "chattizzato" abbastanza i commenti alla povere Anima per 'sta volta.

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  19. Pubblico un commento di Elisabetta Modena (... lo inserisco con un po' di ritardo ma non mi sono potuta collegare prima neanche io):

    "Carissimi, è giorni che non riesco a postare i commenti perché i miei account sono impazziti... e pensare che questo è un post bellissimo, la discussione che ne è nata è come al solito interessante (ringrazio Sandra che l'ha iniziata), insomma mi dispiaceva non condividere con voi il mio punto di vista, perché il bello di stare qui è proprio di dirsi le nostre esperienze.
    Allora, nel mio caso prima di pubblicare Sorpresa da un angelo avevo contattato Viki Satlow (sapete tutti chi è), un'altra agenzia che lavora con i premi Andersen (scusate non mi ricordo il nome perché poi non s'è fatto più nulla) e Natoli Stefan e Oliva. Viki Satlow mi ha risposto che non le interessava il manoscritto, vabbé. L'agente dei premi Andersen (per capirci) mi ha detto che il romanzo era buono, ma che avrei dovuto pagare per avere qualcosa di più. Al massimo che potevo spedirlo a Fanucci... Natoli mi ha detto che il mio genere (un rosa "di spessore", non so come dirlo, senza sesso, perché mi rifaccio alla christian fiction americana) secondo lui non ha mercato qui da noi. Insomma: o cambio genere, o sono condannata all'insuccesso.
    Mi sentivo a un bivio: o continuare per la mia strada (autopubblicazione, cercarmi i lettori uno a uno, restare fedele alla ma ispirazione ecc.), o mettermi a scrivere storie che possono intrigare gli editori e gli agenti, ma che non hanno nulla a che vedere con me.
    Ho scelto la prima strada, e la politica dei piccoli passi (come ha detto Lady Flo) in effetti sta avendo risultati. Devo avere però tanta pazienza. Ammetto, ho smesso di bussare agli agenti. Se lungo la strada trovassi un editor di cui fidarmi o un agente con cui instaurare una collaborazione, ben vengano! Mica mi tiro indietro. So che ce n'è bisogno per migliorarsi. Intanto procedo con la mia "bussola interiore", e sono riconoscente a tutti voi blogger che siete qui a raccontarvi!
    Un abbraccio!"

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    1. Ah ecco! Mancavi proprio tu, Elisabetta.
      Intanto grazie per aver fatto i nomi degli agenti, questi misteriosi furbastri :-D
      Poi vedo che il confronto con l'editoria ti ha portata a valutare e ri-valutare la tua scrittura... anche a me è capitata una cosa simile che leggerai nel prossimo guest post (ebbene sì, ho mantenuto fede alla promessa fatta ad Anima :-) ).
      Io credo che più che di un agente che ci trovi un editore, si abbia bisogno di un buon editor con il quale confrontarsi e magari migliorare il nostro testo. E questo va pagato, ovviamente, a meno che non sia un amico.

      P.S.: ma perché... i cristiani non fanno sesso? :-D Scherzo, dai... lo so che siete sessofobici. :-)

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  20. Io penso che come in ogni mestiere ci siano agenti seri e onesti e cialtroni travestiti da agenti. Sicuramente, se l'agente è un professionista (e ce ne sono) può dare un giudizio di spessore su un'opera, cercare di farla pubblicare, ed effettivamente può fare la differenza, come si dice. Però credo che gli agenti, almeno da noi e almeno quelli bravi e onesti ecc., siano tutto sommato pochi, e si abbia tranquillamente il diritto di cercare la propria strada anche provando a contattare direttamente le case editrici, perchè no.
    Proprio ieri ho parlato della figura dell'agente anche nel mio blog (non per farmi pubblicità, sia chiaro!): preferiscoleggere.blogspot.com .. Ciao!

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  21. Autore e lettore sembrano non incontrarsi mai.. He He..ma Sandra! a volte è un bene ;)

    A parte gli scherzi, brava.. che bell'analisi hai fatto dell'ambiente

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