Io, scrittrice allo specchio

Con l'iniziativa Tu, scrittore, Daniele Imperi di Pennablu ha invitato i maniaci della scrittura a sottoporsi a una sorta di auto-analisi, a rispondere a una serie di domande per mettere a fuoco che tipo di scrittore siamo, insomma a guardarsi allo specchio.
La proposta ha avuto un gran successo a giudicare dal numero di adesioni, rivelando che noi penna-dipendenti abbiamo decisamente una gran voglia di raccontarci! E siccome ho trovato la sfida intrigante, vi propongo la mia auto-analisi, con una serie di aggettivi per descrivermi come scrittrice. Per la gioia di chi ama gli elenchi...
Devo aggiungere che le altre testimonianze sono tutte molto interessanti e vale la pena di leggerle una per una: le trovate raccolte qui: Tu, scrittore - Adesioni.


Innamorata
Della scrittura, delle storie, dei libri, delle parole. Amavo scribacchiare fin da piccola e ho sempre avuto almeno un libro sul comodino. Se mi guardo indietro mi accorgo che l'amore per la scrittura non si è mai spento. Anzi, passando attraverso varie tempeste è cresciuto e si è rafforzato.

Disincantata
Le esperienze e il confronto con il mondo editoriale hanno preso a martellate il mio lato romantico, quello che ancora credeva agli scrittori d’altri tempi con piuma e calamaio. L’innocenza se n’è andata, ma questo non vuol dire che abbia smesso di scrivere o di credere in un mondo migliore.

Lenta
Le persone spesso mi chiedono: ancora stai scrivendo quel romanzo? Ma quanto ci metti?! La verità è che il processo creativo secondo me merita riflessione e tempo. Credo che diventerò in futuro ancora più lenta, perché ho scoperto che ogni storia ha bisogno di essere approfondita e meditata. Il che non vale solo per la scrittura, ma anche per la lettura.

Pigra
Ho molte scuse per non scrivere, alcune ben architettate, altre pietose. Potrei scrivere di più, essere più attiva sul mio blog e su quello degli altri, fare di più in generale, ma come appunto dicevo, sono pigra.

Choosy
Pur essendo consapevole che siamo in un mondo in crisi, ho deciso che non cederò al primo offerente. Ho mandato il mio nuovo romanzo a un numero di editori che si conta su una sola mano. Ebbene sì, ho proprio deciso di diventare schizzinosa.

Curiosa
Mi piace guardarmi intorno, osservare la gente, conoscere, studiare. Questo aspetto di me mi aiuta a scrivere e quando vado in giro prendo appunti in continuazione. Sembro una pazza, a volte.

Intollerante
Non sopporto tante cose. Per esempio lo spam letterario, gli autori sordi che sentono solo la loro voce. Non sopporto chi sfrutta gli scrittori chiedendo soldi per pubblicare, per garantire visibilità, per fare recensioni. Non sopporto chi non pensa con la propria testa e accoglie come oro colato tutto quello che si dice

Ipercritica
Passo sotto la lente tutto quello che scrivo, in modo quasi paranoico. Lo stesso vale per quello che scrivono gli altri, ovviamente, quindi non leggo tantissimo perché seleziono le letture.

Insicura
Quando sto per mandare un manoscritto mi prendono mille dubbi e mi faccio prendere dal panico. E quando faccio leggere un mio libro a qualcuno sto in ansia fino a che non mi dice cosa ne pensa.

Distratta
Ho decisamente la testa tra le nuvole, ma uno scrittore può forse non esserlo? Mi perdo nei miei pensieri  molto spesso e quando sono presa da qualche storia o qualche personaggio mi dimentico di tutto il resto. 

Anima di carta

Commenti

  1. Grazie per la partecipazione :)
    Bella analisi anche la tua. Una spiegazione: che intendi con "gli autori che si mettono in vetrina"?

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    1. Grazie a te :)
      In effetti mi sono espressa proprio male, mi riferivo allo spam letterario, all'invadenza e maleducazione di alcuni autori. Faccio una modifica al testo...

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  2. Grazie, ho riflettuto su ogni tuo punto per vedere se mi ritrovavo.
    Sono veloce, ma poi ho una fase di revisione molto lunga, diciamo che è veloce la prima stesura, il secondo romanzo alla fine ci ho messo poco meno di 3 anni a scriverlo e tra la prima e l'ultima stesura ci sono notevoli cambiamenti, mai nella trama, ma tanti nella forma, e alcuni approfondimenti. Non sono pigra: quando avevo il blog ero quasi in modalità un post al giorno, ed ora che l'ho chiuso scrivo tanto per me, esercizi e nuove pagine al romanzo in lavorazione. Tanto per dare i numeri del tutto 100 Mila battute in un paio di mesi con una lunga sosta (prima era un racconto per un concorso di 18 mila battute, poi pausa e infine ho deciso che sarebbe diventato un romanzo). Per il resto mi appartengono tutti i tuoi punti, ma non prendo appunti scritti, solo mentali. baci grazie

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  3. Mi ritrovo in quasi tutto quello che hai scritto.
    Soprattutto sulla pigrizia: io, ormai, di scuse non ne architetto più, sono troppo pigra anche per quello :)

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  4. Ciao! Grazie di averci passato l'informazione, il post di Penna Blu m'è così piaciuto che l'ho fatto anch'io!
    http://elisabettamodena.wordpress.com/2013/01/11/io-scrittrice/

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  5. Proprio una bella iniziativa, credo parteciperò anch'io. Mi trovo in tanti dei tuoi punti...

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  6. Oddio, l'articolo che hai segnalato, nonché il blog di Pennablu, mi mette l'ansia.
    Non sto dicendo che non siano corrette e interessanti le cose che scrive, ma sono troppo travolgenti/aggressive per me.
    Lo vedo molto stile americano: elenchi sintetici a punti (tipo manuali di auto-conoscenza), enfasi sull'auto-convinzione (io sono una scrittrice... maddove? Io il termine scrittrice lo uso con molta parsimonia), traccia per gruppi di auto-aiuto.
    E poi, sinceramente, le persone come Pennablu (guardate la pagina Chi sono nel suo blog), sono lontani anni luce dalla mia sensibilità e dal mio modo di procedere e di considerare l'attività dello scrivere. Persone come Pennablu le definisco bulimiche della scrittura... mi chiedo come si possa scrivere così tanto, ovunque e su tanti argomenti diversi, ogni giorno, più volte al giorno. No, è troppo per me, mi fa sentire piena e mi viene la nausea.

    Per quanto riguarda invece i punti che hai elencato tu, Anima... beh, io mi ritrovo molto nell'ultimo, quello della distrazione, nel senso che quando sono immersa in una storia è come se vivessi in un altro mondo, quello interno, e l'esterno è filtrato al massimo e mi da fastidio qualsiasi presenza fisica.

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    1. Vedi, Lady Flo... il buon Daniele di PennaBlu vive sicuramente la scrittura con un approccio diverso dal tuo, ma non è certo un fanatico alla scientology :)

      Pensa a iniziative come il NanoWriMo, durante il quale migliaia di scrittori si gettano a capofitto nella stesura di una storia di 50mila parole entro un mese... estremismi? No, semplicemente differenti modi di vivere una passione che - fortunatamente - accomuna tantissima gente. Hai un approccio più intimista alla scrittura? Benone, ma a volte uno sprone esterno ci vuole, altrimenti si finisce per mollare le storie in un cassetto. Ho accettato con entusiasmo l'idea di fare "coming out" sui miei progetti, perchè sono una testa di c***o e tendo a procastinare, e sento di aver bisogno di una bella strigliata per tornare a darmi da fare e terminare l'infinito editing di un romanzo che giace sulla scrivania dal 2007(!!!).

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    2. ahahah Alessandro vedi... c'è chi sente il bisogno della frusta e chi delle carezze...
      Se il tuo romanzo giace dal 2007 è proprio ora di svegliarlo e tirarlo fuori dal cassetto... sai, mi viene in mente la canzone di Vecchioni: "corri cavallo corri ti prego, fino a Samarcanda io ti guiderò...".
      Insomma... in un modo o nell'altro occorre tentare di sfuggire alla morte :-)

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    3. Ognuno di noi vive la scrittura in modo diverso. Di certo confrontarsi è sempre utile e trovo che le iniziative di Pennablu aiutino farlo, per quanto alla fine scrivere resti cmq un'attività solitaria, intima e molto interiore.

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  7. Una volta si scriveva proprio per tener lontana ogni forma di "pubblica autoanalisi", autori di romanzi intramontabili scappavano nei posti più disparati, mossi dalla ricerca di se stessi, piu' che da se stessi, rumori di macchine lontane, caffè brodoso e tiepido nell'aria e una coperta polverosa che sapeva di canfora sulle gambe,....

    Perchè raccontarsi? se già si scrive......perchè svelarsi..se già ci si mette a nudo scrivendo.....a questo punto tanto vale trovarsi al bar e spingere le nostri voci contro le nostre voci...

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    1. In linea di massima potrei essere d'accordo con te, e in generale non mi piace raccontarmi. Per scrivere bisogna isolarsi, questo è un dato di fatto. Ma oggi - ai tempi di Internet - il modo di vivere la scrittura sta subendo dei cambiamenti e confrontarsi con altri attraverso il "raccontarsi" e lo "svelarsi" può risultare utile. Inoltre, nel caso specifico di questo progetto di Pennablu, analizzarsi in pubblico può essere una sfida interessante, perché costringe a mettere a fuoco che tipo di scrittore siamo o siamo diventati.

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    2. non riesco a metterlo a fuoco ecco, sono sicuramente io che affronto e USO la scrittura in maniera del tutto lontana da schemi, confrontarsi è uno schema.

      Rispetto pero' il tuo punto di osservazione , ma è proprio quel raccontaRSI che mi da l'idea di club di alcoolisti anonimi , stretti in un cerchio della fiducia...

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    3. Sul club di alcoolisti anonimi forse non ti sbagli :)
      In realtà i rapporti tra gli scrittori e gli aspiranti tali sono molto più complicati, da quello che ho visto. Normalmente si è del tutto sordi rispetto alle esperienze altrui e parecchio concentrati sui propri "figli" (i propri libri). Sono davvero rare le occasioni per un vero confronto... e quando capita ben venga anche il clima da cerchio della fiducia, secondo me.

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  8. La differenza tra gli alcolisti anonimi e gli scrittori/trici esordienti che si confrontano è la stessa che c'è tra una squadra X di calcio e l'insieme delle squadre (X,Y,Z) che partecipano a un campionato.

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  9. Un po' come dire: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?".
    C'è una buona dose di narcisismo/egocentrismo in una scrittrice/tore, come è giusto che sia, aggiungo.
    D'altronde, si scrive per i lettori, non tanto per gli altri scrittori.

    Sarebbe un tema da appronfondire il rapporto tra scrittori/trici... a nostro rischio e pericolo, però :-D

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. I punti di vista sono e devono essere molteplici, ma guardando in un disegno piu' ampio .del disegno piu' ampio che esprime la voglia di confronto tra scrittori , credo che in un mondo già contaminato da infinite tracce di terze parti, comunicazione immediata, imprinting subliminale di storie di blog, forse il vero giubbotto di salvataggio per non cadere nella Banale e uniforme forme di scrittura creativa, è proprio quello di starsene a casetta e scrivere di se, per se, e senza sfumature provenienti da discorsi fatti davanti ad un falò sulla spiaggia delle nostre buone intenzioni.


      Continua a cancellarmi la risposta :-( speriamo ora funzioni

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  10. "forse il vero giubbotto di salvataggio per non cadere nella Banale e uniforme forme di scrittura creativa, è proprio quello di starsene a casetta e scrivere di se, per se, e senza sfumature provenienti da discorsi fatti davanti ad un falò sulla spiaggia delle nostre buone intenzioni".
    ....forse...
    come forse attorno a un falò sulla spiaggia sarebbe bello ritrovarsi tra scrittrici soddisfatte di sé, che non si chiedono più cose vogliono o non vogliono gli editori, ma che semplicemente si raccontano il proprio mondo interiore.

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    1. ...ora si ragiona..porto io da drogarci, voi pensate alla legna :-p

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  11. Molto interessante questo post e molto belli gli aggettivi che hai scelto!

    P.S. Anch'io ho mandato il mio ultimo libro a pochi editori accuratamente selezionati... in bocca al lupo a te e a me!

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