I punti di forza di una storia


Quando ho cominciato a leggere argomenti di scrittura creativa uno degli aspetti che mi ha colpito è stato il tentativo di categorizzare le storie.
Ci sono molti modi per “inscatolare” le storie, prescindendo dal genere narrativo, e secondo me alcuni di questi sono un po’ riduttivi e semplicistici; altri invece non rappresentano solo un'astratta generalizzazione, ma possono rivelarsi utili per chi scrive.
La classificazione che ho trovato più interessante è quella che vi propongo qui.

Esistono tre tipi di storie:
  1. Storie basate sull’idea 
  2. Storie basate sui personaggi 
  3. Storie basate sulla trama
Ricondurre una storia a una di queste tre tipologie potrebbe sembrare fine a se stesso, un inutile gioco mentale, ma in realtà può essere di aiuto per chi sta scrivendo un romanzo. Infatti, cercare di capire in che categoria rientra il tipo di storia che vogliamo narrare può darci più consapevolezza dei suoi punti di forza e di conseguenza potremmo provare provare ad approfondirli e a sfruttarli.

Per tentare di inquadrare ciò che vogliamo raccontare chiediamoci: quale elemento domina nelle nostre storie?

Storie basate sull’idea

Un’idea è sempre la base di tutte le storie. E’ così che nascono le varie forme di narrazioni, si tratti di romanzi, racconti, film, serie tv, fumetti, ecc. Qualcosa un giorno ci colpisce e intorno a questo punto cominciamo a costruire una serie di vicende. Ci sono però idee così originali o importanti da meritare un vero posto d’onore.
Per esempio, tipi di storie che hanno bisogno di idee forti per funzionare sono quelle di fantascienza o fantasy, ma anche alcuni tipi di "gialli". Tuttavia, non è solo una questione di genere. Quando puntiamo su realtà bizzarre o misteri intriganti, quando stiamo dando voce a un tema importante (la guerra, un momento storico, il riscaldamento globale...), allora l’idea diventa il nucleo di tutto, ed è importante darvi il massimo risalto, è fondamentale trattare l'idea in modo competente e completo.
In questo caso potrebbero essere un po’ sacrificati i personaggi e la trama non deve essere per forza brillante: personaggi e trama in questo caso fanno soprattutto da supporto all’idea, sono al suo servizio.
Come esempio, a questo proposito mi viene in mente Il codice Da Vinci di Dan Brown, che punta su un’idea forte (benché non del tutto originale...) e la porta avanti. Personaggi un po’ stereotipati e un intreccio a volte pieno di cliché si fanno perdonare, in questo caso (forse).

Storie basate sui personaggi

Il protagonista e i personaggi che vi ruotano intorno sono i punti di forza di questa tipologia. Viene approfondita la psicologia di ognuno di loro e la storia si svolge seguendo molto da vicino il cambiamento e l’evoluzione del protagonista.
I personaggi sono in realtà sempre i motori di una storia, ma in questo caso sono proprio loro a sorreggere l’intera narrazione. Stati d’animo, emozioni, sentimenti, il mondo interiore, le interazioni: tutto può essere usato a questo scopo.
La trama può non essere particolarmente vivace o movimentata, e si possono prendere in prestito anche idee di base già usate da altri scrittori. Fondamentale è in questo caso è invece l’empatia del lettore, saper suscitare in chi legge delle emozioni, coinvolgerlo nelle questioni dei personaggi, portarlo a identificarsi con loro.
Detto tra parentesi, è il tipo di romanzo che preferisco, quello basato sui personaggi. Di recente ho letto Alla fine del silenzio di Charlotte Link, un giallo psicologico dove i personaggi, la loro personalità e le loro motivazioni, sono parte integrante della storia e l’intensità con cui l’autrice scava in ognuno di loro è fortissima.

Storie basate sulla trama

Il susseguirsi di eventi fa da padrone in questa tipologia, in cui rientrano i romanzi d’azione, d'avventura, i thriller o in generale i libri con una trama complessa e ben congegnata. L'intreccio è ciò che cattura maggiormente l'attenzione in questo caso e quindi qui diventano fondamentali i colpi di scena, mantenere alta la tensione e una concatenazione degli eventi che non abbia "salti" o incoerenze.
Forse Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz Zafon potrebbe essere un esempio di questo tipo di storia, tra gli ultimi libri che ho letto. In questo caso però la trama è sorretta anche da un'ambientazione molto particolare e da personaggi originali.
La trama in un romanzo, secondo me, è sempre importante, ma deve integrarsi strettamente con i personaggi, con ciò che sono; altrimenti si corre il rischio di trattare questi ultimi con superficialità. Se poi anche l’idea è anche già trita e ritrita, di certo non può venirne fuori un buon libro... Ma questa è solo la mia opinione, visto che i libri (e i film) dove l'intreccio è l'unico punto di forza sono molto commerciali, a quanto pare.

In conclusione

  • Chiarire a se stessi che tipo di storia si intende scrivere ci aiuta a canalizzare meglio la scrittura.
  • Dopo aver individuato il punto di forza, cerchiamo di dargli il massimo risalto.
  • Proviamo a integrare anche gli aspetti che non rappresentano il punto di forza della storia, per esempio approfondendo la psicologia dei personaggi se stiamo scrivendo un romanzo basato su un'idea forte o sulla trama, e così via.
  • In alcuni casi queste tre tipologie si combinano insieme e in questo modo si sfruttano appieno le potenzialità di ognuna di esse. Sarebbe davvero l’ideale riuscire a fare ciò, ma occorre sempre tener presente che il genere che stiamo scrivendo spesso richiede di approfondire un aspetto piuttosto che un altro.

Commenti

  1. Quando ho scritto basandomi sull'idea, ho realizzato solo ridicoli incidenti letterari che si sono esauriti nel giro di qualche pagina. Allora ho pensato alla trama, ma basandomi su questa mi son ritrovato frustrato dal numero finito di trame possibili e dal piattume che ne derivava.
    Infine, ho deciso di affidarmi ai personaggi. Pochi, particolari e curati. Un po' come il cartone animato de "La linea", in cui il personaggio prende vita e affronta in autonomia gli ostacoli che l'autore gli pone davanti.
    Non sono diventato un buon scrittore, ma almeno il mio approccio alla scrittura è cambiato, mi son ritrovato a sentirmi il primo lettore delle storie che più delle altre avrei voluto leggere. Ecco, è un approccio che consiglierei.

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    1. Come ho detto, anche io preferisco questo tipo di romanzi, quindi condivido il tuo consiglio.
      Aggiungo che secondo me si dovrebbero sempre curare i personaggi e approfondire la loro psicologia, anche se si punta su altri aspetti. In fondo come si può pretendere che il lettore si interessi a una storia se non può identificarsi con uno dei protagonisti?

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  2. Interessante e utile questa classificazione a tre: idea/personaggio/trama.
    Permette sicuramente di individuare meglio i nostri interessi e quindi poter fare una scelta più oculata, sia dei testi da leggere che dei testi da scrivere.
    Peccato che nei cataloghi degli editori e delle biblioteche non si adatti una classificazione simile.

    Forse aggiungerei un'altra "classe", quella dell'Ambientazione. Ci sono romanzi incentrati su un determinato ambiente geografico o storico, nei quali lo sfondo fa da padrone... penso a certi romanzi storici, per esempio.
    Che ne pensi?

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    1. errata corrige:
      "non si adOtti una classificazione simile".

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    2. E' vero l'ambientazione a volte ha una parte molto importante.
      Eppure personalmente non trovo molto accattivanti le storie d'ambientazione, a meno che non siano trattate in modo tale che il lettore possa sentirsi parte della storia stessa. Ovviamente è solo un parere, perché ognuno ha i suoi gusti!

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  3. Bello questo post.
    Credo (mi rifaccio alla mia esperienza) che alla base di tutto ci sia un'idea (o un'immagine). Quando inizio a lavorare a un nuovo romanzo o racconto, la prima cosa che mi chiedo è: cosa voglio comunicare?
    Anzi, ho letto che un utile esercizio è riassumere il romanzo intero in uno slogan, o in una frase, per aiutarci a non perdere mai di vista l'obbiettivo finale. Confermo che uso sempre questo consiglio.
    Quando lessi Il velo dipinto di Maugham, nell'introduzione lui diceva che quel romanzo era nato dalla terzina dantesca su Pia de Tolomei: ecco un esempio di romanzo nato da una precisa idea.
    Poi arriva il dilemma: personaggi o trama? O tutti e due?
    Quando leggo i romanzi di Musso ad es. (il primo esempio che m'è venuto in mente di romanzi-trama), mi sento catapultata in una narrazione fantasmagorica dove l'importante è sorprendere il lettore e catturarlo con vicende mozzafiato. Lì i personaggi sono puro intrattenimento.
    Altro caso, invece, quando prendo in mano i classici: i personaggi sbocciano dalle pagine e prendono vita. Sono i libri migliori.
    Se considero quello che sto scrivendo, ammetto che cerco di trovare l'equilibrio tra il costruire dei personaggi credibili (tramite i dialoghi, le vicende che capitano loro, lo scavo psicologico e spirituale) e un occhio alla trama che sia "commerciabile", visto che mi autoproduco e che i lettori (specie le lettrici di romanzi rosa di Amazon) cercano e-book leggeri.

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  4. sì anche ambientazione, tipo IL VECCHIO E IL MARE
    Credo che i miei romanzi siano un mix fifty fifty tra personaggi e trama.
    Ma non ci avevo mai pensato.

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  5. Categorizzare in questo modo porta le storie a fare acqua da tutti i buchi. Ogni aspetto (soggetto, caratterizzazione, trama) è correlato e deve essere ben progettato. Se il soggetto è originale ma viene sviluppato in una trama disequilibrata non serve a nulla, così come quando un soggetto banale viene portato avanti da personaggi non bidimensionali ma ben caratterizzati: resta comunque banale. Mai dare più importanza a un elemento piuttosto che a un altro.

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    1. Personalmente ho trovato molto utile prendere coscienza del fatto che voglio approfondire al massimo i personaggi e puntare su di loro. A volte essere consapevoli di ciò a cui vogliamo dare risalto aiuta, anche se si tratta solo di una semplificazione. Certo, è ovvio che un solo aspetto non può bastare, l'ideale sarebbe sempre poter bilanciare sempre i vari aspetti.

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    2. Non credo che la regola del bilanciamento integrale sia valida sempre.
      Voglio dire, non tutti i testi necessitano di avere per forza le tre categorie nella stessa quantità.
      L'importante è che sia matenuta la coerenza. Se per esempio un testo ha pensati incursioni filosofiche a se stanti, è quasi certo che il lettore le salterà piè pari per seguire la trama. Questa cosa è capitata a me con il Nome della Rosa... ma forse ero troppo giovane quando lo lessi.
      Però per me rimane il principio dell'equilibrio interno al testo, non alle categorie in generale.
      Altrimenti perché leggersi un Ulisse di Joyce per esempio? O tantissimi altri libri volutamente incentrati sull'introspezione psicologica?

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    3. Indubbiamente "bilanciamento" non è il termine giusto, sarebbe meglio parlare di "proporzioni" che variano a seconda di quello che si vuole trasmettere, del genere, ecc. Non è mai facile trovare l'equilibrio giusto, è una continua ricerca e di certo non esiste una ricetta universale.

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  6. Io non sono una scrittrice, ancora no, almeno.
    Sono una a cui piace scrivere e, ogni tanto, si cimenta. Quindi, non so quale sia l'approccio per raccontare una bella storia.
    Posso dire che mi piacciono le storie d'amore, quelle in cui i personaggi fanno un percorso psicologico e, alla fine del libro, sono cresciuti e un po' cambiati.
    A volte ci sono trame deboli, ma con protagonisti forti, descritti bene o che riescono a farsi amare da soli.
    Ecco, io presto molta attenzione ai personaggi.

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    1. Qual è l'approccio per raccontare una bella storia?
      Te lo dico io, anzi, ce lo dici tu! :-)
      E' questo: "Riuscirà Ata a dimagrire? Riuscirà a conquistare Filippo?".
      Queste sono due belle idee dalle quali partire per sviluppare uno o due romanzi, incentrati su trama ed evoluzione dei personaggi.
      Coraggio!

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    2. Grazie, non me l'aspettavo.

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  7. In generale, per quanto riguarda la mia scrittura, posso dire che nei racconti brevi prevale l'idea; nei romanzi prevale la trama e l'evoluzione del personaggio e questi due aspetti sono strettamente legati uno all'altro.

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  8. Mi unisco anch'io alla voglia di sapere come andrà avanti la storia di Ata :-))
    Se agganci i lettori, sei già a buon punto
    Poi ogni buon romanzo ha un equilibrio in sé: come avete detto.

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  9. Idea, trama, personaggi e ambientazioni sono tutte caratteristiche essenziali che devono essere ben sviluppate. Poi è ovvio che per noi che scriviamo una di queste sarà stata quella di avvio, la prima cosa che abbiamo pensato e da cui poi, pian piano, abbiamo costruito tutto il resto. Per me di solito sono i personaggi, che, però, si portano dietro un'ambientazione subito ben definita e almeno un'idea forte. Sulla trama lavoro poi, limandola con calma.
    Riciclo una citazione di Simmons che avevo già usato nel mio blog:
    "la storia deve avere un centro silenzioso ma ben saldo, sia che si trovi nel nucleo dei personaggi, o nella storia o, preferibilmente, in entrambi, e tutto deve dipanarsi a spirale partendo da quel punto" (L'inverno della paura)

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  10. E' bello vedere i diversi metodi di lavoro di ognuna.

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  11. Le mie preferite sono quelle incentrate sui personaggi! Mi sembra un'interessante suddivisione!

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  12. Mi piacerebbe conoscere pareri sulla teoria del "fossile" che esprime Stephen King su "On Writing"... io penso che se si riesce ad avere un'intuizione simile, molti pensieri su "che strada devo prendere per il mio libro?" saranno superflui.

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  13. io preferisco (e anche a me viene naturale) leggere di storie incentrate sul personaggio. Se il personaggio è ben definito e ha una vita propria, sarà lui stesso a creare una storia

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  14. Senti posso esser franco e dissacrante?
    Sarà una bomba questa, sicuramente.
    Ma che rischio?
    Al più, non mi risponderai,; ma io sarò in pace con me stesso.
    Io mal digerisco le rigide classificazioni; credo che non si possa dire, in modo obiettivo.: "Questo racconto è... - oppure - La storia di questo romanzo è...".
    Discutere di lana caprina.
    Perdona, ma io amo una storia che cresce, e in itinere svilupparsi e crescere nella cura dei personaggi, o dell'idea, o ancora un arricchimento particolare nella trama.
    Spero di esser chiaro, non è polemica verso te, ma è verso questo sistema di pensiero.
    Enzo

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    1. Le classificazioni lasciano il tempo che trovano, è vero. Forse sono inutili a posteriori e ogni aspetto va bilanciato, ma a volte provare a inscatolare dà anche qualche vantaggio. Può aiutare a focalizzare meglio l'attenzione sugli aspetti che riteniamo più importanti in una storia o a capire se ne stiamo tralasciano altri. Comunque sono pienamente d'accordo quando dici che la storia deve crescere e svilupparsi strada facendo.

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