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Visualizzazione dei post da 2013

Auguri di un sereno Natale

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Anima di carta

Mi piace ma non lo conosco

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Dal "New Yorker" In un mondo ideale i buoni libri si promuoverebbero da soli. Basterebbe quel fenomeno misterioso e insondabile chiamato passaparola per farli circolare ed emergere. In un mondo ideale i buoni libri vivrebbero una propria vita, indipendente dalle mode e dal marketing, arriverebbero ai lettori senza spintoni e raccomandazioni e varcherebbero i confini del tempo restando a lungo sugli scaffali di librerie fisiche e on-line.

Scrivere senza distrazioni

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Questo potrebbe distarvi... Di solito quando scrivo procedo per ondate , nel senso che ci sono periodi molto creativi e periodi in cui la voglia di scrivere si ritrae. Quando sono nella fase di tzunami creativo non c'è proprio nulla che possa distogliermi dal pensare alla storia che ho in testa e non appena ho un secondo libero mi fiondo al pc o prendo appunti come una pazza ovunque mi trovi. In altri momenti, invece, soffro di gravi problemi di concentrazione e tutto è buono per distogliermi. Per poi pentirmi in seguito di non aver sfruttato il tempo in modo costruttivo.

L'hobby dell'editoria

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Non so se qualcuno abbia mai conteggiato quanti sono gli aspiranti scrittori nel nostro paese, ma una cosa è sicura: sono troppi. In Italia ci sono troppe persone con il pallino di fare gli scrittori, troppi che si improvvisano autori o si credono tali solo perché hanno pubblicato qualcosa (magari pagando di tasca propria). E ci sono anche troppi editori, o per lo meno troppe case editrici improvvisate, che nascono con l'unico scopo di sfruttare l'onda della passione per la scrittura. E la conseguenza di tutto questo è che la categoria di chi scrive viene trattata come spazzatura.

Che peso dai alle recensioni, prima di acquistare un libro?

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Immagine tratta dalla sit-com britannica "Black Books" Ho deciso di dedicare il prossimo sondaggio a un argomento di cui in rete si discute sempre parecchio, le recensioni online. Recensori, autori e lettori la pensano in modo diverso sull'argomento, ma il fatto certo è che Internet dà la possibilità a chiunque di esprimere un parere e di diffonderlo, che ne abbia le competenze o meno. E questa è una realtà con la quale chi produce qualcosa (che sia un libro o altro), deve fare i conti.

Come inviare un manoscritto

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Una delle domande che mi viene posta più di frequente negli ultimi tempi è come inviare un manoscritto a una casa editrice? ... e così mi sono decisa a scrivere questa piccola guida per chi vorrebbe pubblicare un libro attraverso l'editoria tradizionale, anche se in questo periodo non sono molto ottimista sull'argomento (come forse si sarà notato da mie recenti lagnanze).

Qual è la copertina più bella dell'anno?

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Dopo qualche giorno di assenza dovuta a impicci vari, vi segnalo un'iniziativa meritevole di attenzione. Si tratta del Premio Cover Più che si ripropone di scegliere e premiare la copertina di un libro che più ha saputo catturare l'attenzione dei lettori, sia per l'idea che per l'impatto grafico.

Show, don't tell. Sì, ma quando?

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Avevo in mente questo post da molto tempo, ma la spinta decisiva mi è stata data da Drama Queen (autrice dell'omonimo bel blog sul teatro), che mi domandava "quando è opportuno mostrare e quando raccontare?". Più che illustrarvi questa tecnica, su cui troverete fiumi di parole altrove, vorrei parlarvi dell'idea che mi sono fatta su di essa e come cerco di usarla. Quindi non prendete queste riflessioni come oro colato...

Cambio di stagione

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Il cambio di stagione (negli armadi) è un'attività prettamente femminile. Gli uomini se ne tengono alla larga e a stento sanno di cosa si tratti, mio marito arriverebbe al punto di infilarsi una maglietta a maniche corte in pieno inverno. Noi donne, invece, la consideriamo quasi sempre una faccenda sacra, della serie: "Oggi non posso uscire, devo fare il cambio di stagione". Chissà perché ci piace tanto spostare i vestiti da una parte all'altra dell'armadio, forse sotto sotto c'è qualcosa di simbolico in quest'attività, un modo di fare ordine dentro di noi e prepararci al futuro...

Scrivi di ciò che conosci. O anche no.

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Quante volte avete sentito ripetere questa "regola"? Scrivi di quel che conosci. Indubbiamente un consiglio validissimo, ma... è proprio da seguire alla lettera? Prima di tutto andrebbe considerato il tipo di testo che abbiamo intenzione di scrivere, per valutare il grado di conoscenza richiesto. Se per esempio voglio scrivere un saggio sull'Australia, sarà non solo utile ma anche obbligatorio sapere tutto di quel continente, non solo documentandomi, ma anche andando di persona a visitarlo. Che senso avrebbe, infatti, per chi legge questo ipotetico libro trovare informazioni errate o di seconda mano? Lo stesso discorso è valido se ho intenzione di scrivere un articolo: anche in questo caso sarà utile una certa competenza o una documentazione valida, ma in questo caso chi legge non si aspetterà informazioni approfondite. E per quanto riguarda un racconto o un romanzo?

Ho letto... "Alla fine del silenzio" di Charlotte Link

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Ho conosciuto i romanzi dell'autrice tedesca che sto per presentarvi tempo fa, e me ne sono subito innamorata. Mi piace molto il suo approccio alle storie "gialle", che analizzano in modo approfondito la psicologia dei personaggi. Quello di cui vi parlo mi è piaciuto particolarmente e non posso che consigliarvelo. Alla fine del silenzio di Charlotte Link Stanbury, un piccolo centro nello Yorkshire del Sud, la patria romantica e selvaggia delle sorelle Brontë. Qui da molti anni trascorrono le vacanze tre coppie tedesche amiche da sempre. Quando la giovane Jessica Wahlberg si aggiunge al gruppo, scopre che l'armonia che sembra regnare sovrana è in realtà una facciata che copre contrasti, odi e paure. Jessica si rifugia sempre più in lunghe passeggiate solitarie in cui le capita di incontrare un inglese bizzarro che vaga senza meta per prati e boschi, sulla spinta di eventi accaduti molto tempo prima e che rivendica la proprietà della villa in cui vivono le

L'arte del taglia e cuci quando si scrive

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Il dramma è la vita con le parti noiose tagliate Alfred Hitchcock Essere prolissi, dilungarsi ripetendo gli stessi concetti in mille forme e sfumature diverse, è una tipica caratteristica di chi ama scrivere. Non è una regola, certo, ma in generale noi nati con la penna in mano tendiamo a essere logorroici quando mettiamo per iscritto i nostri pensieri. Vero? Ne viene di conseguenza che tagliare, cancellare, ripulire il testo dal superfluo è una necessità, perché un testo prolisso è noioso e poco scorrevole.

Perché continuare a scrivere e a leggere la poesia

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Questo post è stato scritto da Marco Paparella, che ringrazio per aver condiviso con noi le sue interessanti riflessioni sulla poesia ai nostri tempi. Una domanda che mi pongo da molto tempo è questa: perché la gente ha smesso di scrivere e di leggere poesie? Perché questo genere letterario è considerato vecchio, buono solo per vecchi romantici e nostalgici? Il declino che la poesia subisce da molti anni non penso sia dovuto solamente al fatto che i poeti più grandi sono scomparsi da molto tempo mentre di grandi romanzieri – o presunti tali solo perché baciati dal successo editoriale – ne vengono fuori in modo abbastanza regolare, riuscendo a raccogliere un’elevata quantità di pubblico intorno a sé. Se fosse solo questo il problema i grandi poeti del passato si continuerebbero a leggere senza troppi problemi e la loro arte che si protrae indiscutibilmente nel corso del tempo potrebbe essere un grande stimolo anche per le giovani generazioni. Eppure tanto i poeti del passato come q

Scrittura e psicologia

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Nella prefazione al suo romanzo "L'anno del contagio", Connie Willis scrive: In narrativa, si scoprono cose che non si è coscienti di sapere finché non vengono scritte sulla pagina. Io ho imparato moltissimo su me stessa. Al di là del mio amore per questa scrittrice di fantascienza, credo che abbia davvero ragione: scrivere, tra le altre cose, è un processo che ci porta a una maggiore conoscenza di noi stessi e delle persone in generale. Ma è vero anche il contrario. Per scrivere bisogna conoscersi e conoscere gli esseri umani.

Dall’idea al romanzo: da dove iniziare

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Voglio scrivere un romanzo, da dove comincio? Ogni tanto qualcuno mi fa una domanda simile, che mi provoca sempre una certa ansia! La verità è che dare una risposta non è affatto facile, soprattutto perché chi ha un’idea in testa e vuole tradurla in un romanzo non vuole teorie, ma un modo concreto per iniziare a scrivere. In ogni caso proverò a parlarne, basandomi sull’esperienza e sugli errori fatti in passato.

Ecco le FAQ, ovvero le domande scomode a cui non mi va più di rispondere

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Tanto per darmi un tono da blog serio, ho inserito tra le pagine statiche le FAQ , ovvero le domande che mi vengono rivolte più spesso. Non che sia stanca di rispondere alle mail, scrivetemi quanto volete. E' solo per evitare che qualcun altro mi chieda di riscrivergli tutto il romanzo che ha appena finito o che pretenda che gli pubblichi un guest post per pubblicizzare una catena alberghiera . O che mi insulti dopo che gli ho gentilmente detto cosa penso del suo primo capitolo. Insomma, cose così. Anima di carta

Pubblicare un libro: opzioni a confronto (parte 2)

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Nonostante le tante informazioni a disposizione in rete, ci sono ancora molti aspiranti scrittori che hanno difficoltà a valutare le offerte di pubblicazione e continuano a incappare in realtà assurde. Nasce da questa osservazione l'analisi che vi propongo, che spero possa aiutare chi vuole pubblicare un libro a farlo con una maggiore consapevolezza. Dopo aver parlato nella prima parte del post di auto-pubblicazione, EAP e piccoli editori, qui prendo in considerazione le soluzioni di chi punta in alto e alcuni metodi di pubblicazione alternativi. In pratica mi addentro in territori impervi e sconosciuti...

Pubblicare un libro: opzioni a confronto (parte 1)

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Venticinque anni fa (quando ho cominciato per la prima volta ad affacciarmi nel mondo della scrittura) non c'erano altre possibilità per un aspirante scrittore se non quella di inviare per posta il dattiloscritto (faticosamente battuto a macchina e corretto con il bianchetto) a un editore più o meno noto e cominciare a pregare. L'editoria a pagamento era un fenomeno nascente e poco diffuso, Internet non esisteva, l'auto-pubblicazione e altri metodi neanche te li sognavi. Non c'era neppure modo di informarsi, a parte chiedere in giro ai più esperti. Oggi il mercato editoriale si è complicato, il ventaglio delle possibilità per chi vuole pubblicare un libro si è ampliato e ci sono informazioni a disposizione di tutti, ma ciò nonostante non sempre si fanno scelte oculate e razionali. Anzi, da quello che leggo in giro e da ciò che mi viene chiesto per e-mail, c'è tantissima confusione e ci si fa ancora condizionare da leggende metropolitane e da personali ed erronei

Come reagire alle critiche e alle recensioni negative

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Premetto che con questo post non voglio entrare in nessuna polemica attuale o passata circolante in rete (a volte i social network e i blog sono peggio del bar dietro l'angolo), ma solo dirvi quello che penso riguardo allo spinoso argomento delle recensioni negative. Il punto è questo: se hai pubblicato qualcosa, che si tratti di un racconto, di un romanzo o solo di un articolo, sei soggetto in modo naturale alle opinioni altrui, critiche comprese. In pratica se ti esponi, gli altri verranno a dirti come la pensano su quello che hai scritto. Chi scrive dovrebbe farsene una ragione e imparare a trattare nel modo giusto tali opinioni.

Ho letto... "A volte la magia funziona" di Terry Brooks

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Torno a parlarvi delle mie letture recenti, anche se non ho potuto dedicare nel mese di settembre molto tempo a quest'attività. Sperando che ottobre sia più proficuo, vi do il mio parere su due libri in cui mi sono imbattuta...

Regole di scrittura famose: il meglio di... (secondo me)

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Molti autori del passato e del presente hanno trasmesso i loro consigli a chi vuole scrivere un libro, piccole "perle di saggezza" più o meno celebri. Qui ho deciso di raccoglierne alcune tra quelle che mi sono piaciute di più o che penso siano più utili. Naturalmente è solo il mio punto di vista...

Sondaggio: cosa ti fa abbandonare un romanzo?

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Buon inizio settimana a tutti! Questo nuovo sondaggio è nato dal fatto che ultimamente mi sta capitando spesso di aver voglia di mollare un libro a metà o persino prima, forse perché sto diventando più esigente nelle letture...

Ma l'ispirazione esiste o no?

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Ecco uno di quegli argomenti su cui l'affollata categoria di chi scrive si spacca in due. I più razionali affermano che un libro è frutto di duro lavoro, non ci pensano proprio a contare sulla Musa, perché bisogna affidarsi solo su se stessi per scrivere. Gli altri giurano di ricevere quasi per grazia divina le idee, dichiarano che le loro storie quasi si scrivono da sole e che i personaggi a un certo punto prendono il controllo e impongono l'evoluzione della trama.

Lo scrittore vive in due mondi

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Se sei davvero uno scrittore, non puoi non essere in due mondi diversi. Gli scrittori non ci sono con la testa, perché una parte di loro è sempre altrove, e con "altrove" intendo il mondo di cui scrivono in quel momento. Gli scrittori vivono in due mondi. Il mondo reale degli amici e dei familiari e il mondo immaginario dei loro romanzi. Se si dovesse calcolare il tempo rispettivamente passato nell'uno e nell'altro, penso che la differenza sarebbe molto piccola. (Terry Brooks) Vi ritrovate in queste parole? Sono tratte dal libro dello scrittore Terry Brooks "A volte la magia funziona. Lezioni da una vita di scrittura", che sto leggendo attualmente.

10 cose che... ovvero il fascino degli elenchi

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Che passione le liste! Dai dieci comandamenti alla lista della spesa, chi resiste all'attrazione di un elenco? Da quando c'è Internet, poi, non si vede sito o blog che ne proponga almeno uno su svariati argomenti (o anche 100 sullo stesso argomento?!). Provate a scrivere su un motore di ricerca "10 cose che" o "7 cose che", e vedete quanto materiale compare.

7 influenze nocive per aspiranti scrittori

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Fonte: Facebook Quando si scrive, sia che si faccia per se stessi, sia che si abbiano ambizioni più grandi, è sempre vitale il sostegno di chi ci sta intorno. Il parere degli altri è fondamentale, ma qualche volta sarà necessario difenderci da opinioni che non fanno altro che scoraggiarci e frenare la voglia di continuare a scrivere. Devo ammettere che in questo aspetto sono sempre stata piuttosto fortunata perché nessuno ha mai tentato di dissuadermi, anche perché di solito ci penso da sola a deprimermi...

Ho letto... "Il vangelo secondo Biff" di Christopher Moore

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Come vi avevo accennato, da ora in poi vi tedierò anche parlandovi delle mie letture. Non proprio recensioni serie, ma solo qualche parere spassionato senza pretese. Inizio con raccontarvi le mie letture del mese di agosto scorso...

Il lettore-cavia ideale

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Avere una persona fidata alla quale poter far leggere i nostri scritti, qualcuno che ci dia un parere spassionato e costruttivo, è un vero tesoro per chi ama scrivere. Spero per voi che abbiate già individuato la persona giusta, ma se così non fosse, sappiate che affidare a una persona qualsiasi ciò che scrivete potrebbe non essere una buona idea. La smania di far leggere le nostre creazioni può giocare brutti scherzi, quindi meglio fare attenzione!

Scrivere una scena d’azione

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Fino a poco tempo fa non avevo avuto mai occasione di scrivere scene particolarmente movimentate per i miei romanzi. Da una parte potrei dire che la trama non lo prevedeva, dall’altra per essere totalmente onesta le ho sempre evitate, perché le scene d’azione non sono affatto facili da scrivere. Nella storia che ho in corso però mi sono trovata nella necessità di descrivere un paio di situazioni che mi hanno mandato in crisi e che non potevo evitare perché erano parte importante della trama. Nella prima scena il protagonista maschile viene aggredito alle spalle, nella seconda la protagonista femminile è vittima di un lungo inseguimento che termina con un incidente automobilistico. Due scene che si sono rivelate una bella sfida, per quanto non si trattasse di niente di oggettivamente complicato (c'è sicuramente di peggio!). Ho cominciato a scrivere la prima situazione e quando l’ho terminata nel giro di una paginetta, mi sono sentita frustrata e delusa, perché era asettica e po

Facendo il punto della situazione...

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4 anni! Oggi questo blog entra nel suo quinto anno di vita, tra alti e bassi. Normalmente non sono tipo da candeline, anzi di solito dimentico i compleanni degli altri e snobbo i miei, però in questi giorni mi è venuto spontaneo fare il punto su questo spazio virtuale.

Ambientazione tra fantasia e realtà: dubbi e considerazioni

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Questa settimana non ho nessun suggerimento da darvi su argomenti di scrittura, ma piuttosto ne chiedo uno a voi visitatori di questo blog, come appassionati di scrittura ma anche e soprattutto in quanto lettori. Il mio romanzo si sta avviando verso la parte finale e io sto cominciando a pormi alcuni quesiti sull'ambientazione. In verità i miei dubbi non riguardano solo la storia che ho in corso di scrittura, ma anche la precendente (completata ma ancora inedita): in entrambe ho scelto un'ambientazione di fantasia, con luoghi inesistenti, totalmente inventati nei nomi, nelle descrizioni e nei dettagli. Mi è sembrata una scelta naturale, anzi direi obbligata, in quanto questi stessi luoghi hanno caratteristiche speciali, diciamo paranormali, e molto specifiche. Dunque, non avrei potuto collocare la storia in un posto realmente esistente.

I manuali di scrittura sono utili?

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I manuali di scrittura servono? E’ passato molto tempo da quando mi feci questa domanda in un post. Allora avrei difeso sicuramente i manuali e guardato con diffidenza a certi aspiranti scrittori che affermavano con un certo vanto di non averne mai letto uno. Ora, dopo averne letti un buon numero e dopo molte ore di scrittura in più sulle spalle, non direi più con tanta sicurezza “sì, sono utili”, ma un più cauto “sì e no”.

5 motivi per non smettere di scrivere quando non ne hai voglia

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L'estate mette sempre a dura prova la mia passione per la scrittura. Sarà il caldo o più probabilmente l'atmosfera generale a rendermi apatica e poco ispirata, ma a un certo punto della stagione finisco sempre per mollare, per poi riprendere con grande fatica in autunno. Certo, in fondo una sana pausa dalle solite attività non può che far bene. Eppure ho sperimentato che quella che sembra un'innocente sosta diventa poi uno stallo vero e proprio. E così quest'anno ho deciso di (provare a) non cedere alla tentazione di fermarmi, per questi motivi:

Sondaggio: cosa determina il successo di un libro?

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Bighellonando per blog, mi sono imbattuta in un paio di post che facevano qualche riflessione sul tema "libri di successo". Il primo articolo è del blog Cronache dalla libreria e sottolinea quanto accaduto al romanzo scritto dalla Rowling e pubblicato sotto pseudonimo, le cui vendite sono schizzate dopo la rivelazione del vero nome dell'autrice. Il secondo post è del blog I libri di Sandra e riflette su quali fattori portano alle vette un libro piuttosto che un altro.

Scrivere un romanzo: pianifichi o vai dove ti porta l’ispirazione?

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Qualche giorno fa mi è capitato di leggere un articolo del sito How to write a book now che mi è sembrato ricco di spunti di riflessione:  Plotters vs. Pantsers. Il post divide gli scrittori in due categorie, pianificatori e Pantsers . Non so esattamente come tradurre quest’ultima parola ("chi sta nei pantaloni"?!), ma in sostanza i due termini caratterizzano due diversi approcci alla scrittura di un romanzo e quindi due tipologie di scrittori: i primi amano progettare accuratamente i loro romanzi e lo fanno prima di iniziare a scrivere concretamente; i secondi si lanciano subito nella scrittura senza avere un preciso progetto, partendo da un'idea iniziale che fa da motore, e confidano di capire dove stanno andando strada facendo.

Aspetti da considerare prima di pubblicare un libro

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Mi sembra che il mondo degli scrittori e degli aspiranti scrittori si vada dividendo sempre più in due, tra chi difende a spada tratta l'editoria tradizionale e chi propende (e sceglie) la strada dell'autopubblicazione. Mentre io sto ancora decidendo quale delle due strade fa per me, vi propongo qualche spunto di riflessione in merito all'editoria tradizionale. Chi opta per questa via sa bene (per esperienza personale o per sentito dire) quanto sia impegnativo trovare un editore che pubblichi il suo scritto, ma ipotizziamo di abbia superato tutti gli ostacoli e abbia ricevuto una proposta di pubblicazione. Questa è sicuramente una meta molto ambita per chi scrive.  Prima però di fare il prossimo passo  travolti dall'entusiasmo e dall'emozione sarebbe utile fermarsi a riflettere un po'. L'opera che stiamo per affidare a un editore è probabilmente frutto di tanto impegno, tempo e lavoro da parte nostra,  stiamo quindi attenti a non affidarla all'editor

Quanto rivelare al lettore?

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Leggere una storia è un po' come comporre un puzzle, inserendo pezzo dopo pezzo tutti gli elementi che ci fornisce l'autore in ogni pagina, fino a ottenere il disegno finale. Secondo me questo è un aspetto molto affascinante della narrazione (e non solo di quella in forma scritta, naturalmente), anche per chi scrive: lo svelare un passo alla volta la storia.

Primo capitolo di un romanzo: ciò che non va scritto

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Vi è mai capitato di cominciare a leggere un romanzo e dopo qualche pagina decidere che non faceva per voi? A me parecchie volte. In realtà di solito mi basta anche meno per capire se una storia mi prende o no. Certo, ci sono stati anche libri che mi hanno tratta in inganno: avevano un primo capitolo accattivante, scritto magnificamente, e poi, andando avanti, mi hanno deluso. Ma in linea di massima, la prima impressione è quella che conta (come ho scritto anche a proposito dell'incipit ).

Cose che ho imparato scrivendo

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La scrittura è una di quelle cose, secondo me, di cui non si può mai dire di aver finito di imparare, di avere capito tutto. Ci sono tantissimi aspetti su cui ci si può migliorare e perfezionare, e c'è sempre tanto altro da scoprire, per esperienza o conoscendo altri scrittori. Questo probabilmente è difficile da comprendere quando ci si affaccia per la prima volta in questo mondo, soprattutto quando si è molto giovani. Personalmente devo dire di aver appreso moltissimo negli anni e ne sono contenta. Oltre tutto la scrittura abbraccia tantissimi campi, la narrativa,  la scrittura per il web, il giornalismo, il teatro, il cinema, ecc. Ognuno di questi campi ha le sue espressioni, quindi come si fa a dire: "Ora so tutto?". E' davvero impossibile! Qui vorrei parlarvi di alcuni aspetti di cui sono diventata più consapevole negli ultimi anni, ma di certo ce ne saranno altri se continuerò a scrivere.

Riscrivere un romanzo: come e perché

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Ormai sono diversi mesi che sono impegnata con la riscrittura di un romanzo di alcuni anni fa, un'impresa che si è rivelando più grande di quanto avevo immaginato, ma che mi sta dando anche molte soddisfazioni. L'esigenza di rimettervi mano è nata da un vago senso di scontentezza; c'era qualcosa che non mi piaceva, anche se non riuscivo a definire bene cosa. Ho tentato quindi un paio di volte di modificare la storia qua e là, ma il risultato continuava a non convincermi. Ho dovuto mettere bene a fuoco cosa non andasse prima di gettarmi in quella che è diventata una riscrittura più radicale, ma direi che sono finalmente sulla strada giusta. E anche se questo lavoro non è ancora finito, sento di poterne trarre le somme.

Dialoghi: a proposito del verbo "dire" e simili

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Il verbo "dire" è per molti scrittori un vero cruccio, tanto che si affannano a trovare modi per sostituirlo o arzigogolati modi per evitarlo. Anche io ho attraversato una fase simile, prima di rendermi conto che nei dialoghi piuttosto che demonizzare il verbo "dire" bisogna solo usare qualche accortezza.

Qual è la "morale della favola"?

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Leggiamo romanzi per svagarci, credo che su questo non ci siano dubbi. A differenza della saggistica, che può avere molte motivazioni per venire letta, la narrativa ci attrae perché ci dà modo di rilassarci, divertirci, calarci in una realtà diversa dalla nostra, isolarci dal resto del mondo per un po'. E in fondo non scriviamo per lo stesso motivo, spinti dal desiderio di raccontare ed evadere?

La ricerca della parola giusta

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Finalmente abbiamo finito di scrivere la nostra storia. Bella sensazione, eh? Superata la fase di euforia iniziale, però, verrà il momento di migliorare ciò che abbiamo scritto, di renderlo leggibile e possibilmente portarlo a un livello superiore. E dunque, liberi da preoccupazioni riguardo a trama, personaggi e così via, possiamo dedicarci a revisionare ogni pagina. In particolare, durante le fasi successive alla prima stesura, oltre a rivedere tutto il testo passandolo sotto la lente nel modo più critico possibile, sarà anche necessario controllare di aver usato le espressioni più adeguate per ciò che intendevamo dire.

Scrittura al femminile

Oggi si parla di scrittura al femminile sul sito Pennablu.it , attraverso gli interventi di dieci autrici italiane, tra cui anche io, che hanno espresso il loro parere sull'argomento rispondendo a queste domande: Come può cambiare, secondo te, la scrittura da quando sempre più donne impugnano la penna? Ritieni che siano riuscite ad avere un loro spazio nell'editoria? Che cosa puoi fare, tu, in futuro, per migliorarti come scrittrice? Ringraziando Daniele Imperi che mi ha ospitata, vi invito a leggere il post: http://pennablu.it/scrittura-al-femminile/ . Anima di carta

L'arco di trasformazione del personaggio

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Immagine tratta da "The Truman show" Se ci guardiamo intorno, se guardiamo noi stessi e chi ci sta accanto, possiamo osservare che le persone sono in continuo cambiamento. Cambia l'approccio alla realtà, il rapportarsi al prossimo, i sentimenti, i modi di pensare, ecc. Sono le circostanze in cui veniamo a trovarci, gli eventi esterni, le prove e così via a spingerci a modificare noi stessi o la nostra vita, più raramente il cambiamento parte dalla nostra volontà. Personalmente non credo che le persone possano diventare totalmente diverse da quello che sono, a livello di temperamento per esempio, ma è un fatto che non restiamo immobili di fronte a ciò che succede.

Come aprire e chiudere un capitolo in un romanzo

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Una volta mi sono imbattuta in un romanzo senza capitoli. Lì per lì ho pensato che fosse un’idea originale, per poi capire – dopo una breve lettura – che una soluzione del genere rendeva la storia un po' sgradevole. La suddivisione in capitoli è solo una possibilità, non un obbligo, ma è comunque una convenzione che ha il suo perché e i suoi vantaggi. A meno che non abbiamo optato per qualche soluzione alternativa (che magari potrebbe adattarsi a particolari tipi di storie), dunque, potremmo chiederci: qual è il modo migliore di gestire i capitoli?

Le qualità che uno scrittore dovrebbe avere (secondo me)

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Nirvana di Roberto Totaro Quando si inizia un romanzo si è sempre travolti da un grande entusiasmo, non è così? Ricordo molto bene quando (secoli fa!) mi imbarcai per la prima volta in questa avventura. Allora una persona mi disse che iniziare un romanzo era molto facile, tutti o quasi nella vita prima o poi ci provano. Ma quanti arrivano fino in fondo? E' proprio così: quando passa l'ondata di ispirazione e di esaltazione, è il momento di tirare fuori una serie di "risorse interiori" per arrivare fino alla fine e poi per revisionare, rifinire, ecc. Nel corso della stesura si possono incontrare difficoltà, ci si può sentire scoraggiati dalla mancanza di idee o da un momentaneo blocco. Oppure ci si può sentire demotivati, soprattutto considerando che non si tratta di un lavoro retribuito. E allora chi scrive non può fare affidamento solo sulla voglia di raccontare o sull'ispirazione. Quali qualità potrebbero tornare utili a chi scrive?

Non solo carta e penna: i miei attrezzi per scrivere

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Ne è passato di tempo da quando, nei miei primi tentativi di scrittura (che non sono quelli dell'immagine, ovviamente!) mi bastava un quaderno e una penna. Ora, quando mi dedico ai miei romanzi, tutto si è complicato e per certi versi "ritualizzato", ma d'altra parte sarebbe impensabile al giorno d'oggi scrivere senza gli strumenti appropriati ai tempi. Qui vi racconto quali sono i miei "attrezzi" per scrivere...

Conoscere più a fondo i personaggi

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Uno dei must della scrittura creativa è conoscere il più possibile i personaggi che animano le nostre storie, tanto che sono state inventate a questo fine le famose schede dei personaggi , una sorta di carta di identità ampliata che contiene tutti le informazioni sui singoli personaggi. Personalmente non amo molto queste schede, anzi le trovo inutili e forse un po' deleterie. Non nego però che all'inizio del nostro romanzo sia importante stabilire le caratteristiche fisiche, i tratti della personalità, insomma buttare giù una sorta di curriculum o di biografia.

Fino a che punto si può arrivare

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Che la passione per la scrittura fosse anche una questione di follia non avevo dubbi. Eppure, quello che è accaduto oggi me ne ha dato un'ulteriore prova. Come tutti i pomeriggi da un po' a questa parte, prendo in mano il file del romanzo che sto scrivendo e comincio a buttare giù qualche riga. Tutto normale finché non mi accorgo che c'è qualcosa che non quadra. Leggendo qua e là mi rendo conto che una buona parte di ciò che ho scritto nei giorni scorsi è sparito! A quel punto arriva l'ansia e comincio a frugare nel computer in cerca di copie, senza trovarne neanche una che contenga il nuovo testo!

Ho letto... “Gli strumenti dello sceneggiatore”

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Ho iniziato a leggere questo testo (scritto da David Howard e Edward Mabley ed edito da Dino Audino Editore) soprattutto per curiosità, con l'intento di capire qualcosa di più di come si scrive una sceneggiatura, per poi scoprire fin da subito che si tratta di una guida preziosa anche per chi scrive romanzi. Di fatto la narrativa ha moltissimo in comune con il cinema, in tutte e due i casi si raccontano storie, pur con le dovute differenze. E questo manuale costituisce un'ottima risorsa proprio per chi vuole comprendere di più delle dinamiche del raccontare (in senso ampio).

A piccoli passi

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Nonostante i buoni propositi, le mie attività di scrittura è blog hanno subito una nuova battuta d'arresto, visto che per non farmi mancare proprio niente, in questo periodo di per sé già molto faticoso, mi sono anche ammalata... E così tutti i programmi che avevo pianificato - portare avanti il romanzo che sto scrivendo e scrivere nuovi post - sono saltati. Di certo però questo periodo difficile mi ha condotto (per non dire costretto) a rivedere il mio approccio alla scrittura e vorrei condividere con voi queste riflessioni.

Come inserire una scena erotica in un romanzo non erotico?

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Ringrazio  Lady Flo , autrice di questo post e di questi consigli.  Nel riquadro finale potete leggere  qualche notizia su di lei. Mentre state scrivendo il vostro romanzo non erotico potrebbe accadere che vi venga voglia di inserire una scena erotica, pur non essendo esperte in questo genere. Ecco allora alcuni suggerimenti su come fare e da cosa partire per scrivere queste scene.